La circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito emessa a metà giugno ha ufficialmente esteso il divieto di utilizzo degli smartphone agli istituti superiori, uniformando la disciplina già applicata in tutti gli altri segmenti scolastici. La misura vieta l’uso dei telefoni cellulari durante l’attività didattica e per l’intero orario scolastico, con l’obiettivo dichiarato di conseguire una riduzione delle distrazioni in classe e incrementare la concentrazione degli studenti, contrastando una delle principali fonti di dispersione cognitiva che compromette l’efficacia dell’apprendimento.
La gestione operativa
L’implementazione pratica del divieto richiede alle scuole superiori di sviluppare sistemi di raccolta e custodia degli smartphone. Le soluzioni adottate variano in base alle risorse disponibili: armadietti chiusi a chiave, cassette individuali numerate e tasche da parete rappresentano le opzioni più diffuse.
Il Liceo Salvemini di Bari ha previsto un investimento di 2-3 mila euro per l’acquisto di cassette specifiche, con ritiro obbligatorio all’ingresso e possibilità di accesso solo su autorizzazione del dirigente scolastico o dello staff.
La circolare ministeriale conferisce massima autonomia alle istituzioni scolastiche nell’aggiornamento dei regolamenti interni, permettendo approcci personalizzati in base alle caratteristiche strutturali di ciascun istituto.
Le implicazioni per studenti e docenti
L’implementazione del divieto comporta diverse modalità di gestione per le situazioni di emergenza. Gli studenti potranno accedere ai propri dispositivi solo previa autorizzazione del dirigente scolastico o del personale delegato, principalmente per comunicazioni urgenti con le famiglie. Le sanzioni previste seguono un approccio educativo progressivo, evitando punizioni eccessive.
Emerge una significativa differenza generazionale nell’approccio alla tecnologia mobile. Come evidenziato dalla dirigente del Liceo Salvemini di Bari, gli studenti del triennio dimostrano un utilizzo più consapevole dei dispositivi rispetto alle classi prime, che presentano maggiori criticità comportamentali. Questa disparità richiede strategie differenziate di monitoraggio e intervento educativo da parte del corpo docente.
Le dichiarazioni ministeriali e il dibattito scolastico
Il ministro Giuseppe Valditara ha espresso fiducia nella capacità gestionale degli istituti, affermando che “le scuole sono bravissime a gestire la questione” e sottolineando come la misura punti a “favorire l’attenzione educativa e rafforzare il ruolo della didattica frontale e laboratoriale”. Le dichiarazioni ministeriali evidenziano un approccio di delega operativa alle singole istituzioni.
I dirigenti scolastici stanno affrontando numerosi interrogativi pratici: la scelta tra soluzioni economiche interne e sistemi tecnologicamente avanzati, la gestione delle emergenze familiari, i problemi di responsabilità legale in caso di furti e l’applicazione uniforme delle sanzioni disciplinari. I Collegi dei docenti si trovano a dover bilanciare efficacia educativa e sostenibilità organizzativa.