In una scuola della regione abruzzese si è consumato un caso di bullismo che ha portato cinque studentesse ad essere indagate per atti persecutori nei confronti di due compagne di classe. Tra le indagate, quattro sono minorenni mentre solo una ha raggiunto la maggiore età. Le accuse mosse contro di loro includono stalking, molestie, insulti ripetuti e minacce che avrebbero generato un clima di intimidazione e paura.
Secondo quanto emerso dalle prime testimonianze, alcuni docenti dell’istituto avrebbero assistito a comportamenti aggressivi da parte del gruppo, fornendo elementi utili agli inquirenti per ricostruire la dinamica dei fatti e il protrarsi delle condotte vessatorie.
Il dramma degli episodi contestati
Le dinamiche del bullismo si sono manifestate attraverso comportamenti reiterati di molestie e umiliazioni. Il gruppo delle cinque studentesse non si limitava a prendere di mira le compagne, ma estendeva gli insulti anche al fidanzato di una delle vittime, amplificando il disagio emotivo. La situazione è degenerata al punto che le due ragazze, per proteggersi, erano costrette a rifugiarsi nei bagni della scuola, temendo le minacce di aggressione fisica esplicitamente formulate.
Le conseguenze sul quotidiano delle vittime sono state devastanti: entrambe hanno modificato le proprie abitudini scolastiche, saltando sistematicamente la prima ora di lezione per evitare incontri con le persecutrici. Un episodio particolarmente grave è avvenuto il 26 marzo, quando la studentessa maggiorenne del gruppo ha colpito una delle vittime al volto, facendole cadere gli occhiali.
Questi comportamenti hanno generato nelle ragazze prese di mira uno stato di ansia persistente e paura, come evidenziato nel capo d’imputazione.
L’intervento delle autorità: indagini e interrogatori in corso
I carabinieri, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, stanno conducendo indagini approfondite su questo caso di presunto bullismo. Gli interrogatori delle cinque studentesse indagate seguiranno un calendario preciso: due ragazze verranno ascoltate già domani, mentre per le altre tre l’appuntamento è fissato per martedì. Tutte saranno accompagnate dai rispettivi legali durante le deposizioni.
Le forze dell’ordine hanno inoltre disposto il sequestro dei dispositivi elettronici delle indagate, poiché una parte significativa delle minacce sarebbe stata perpetrata attraverso i social network. Nel quadro investigativo, alcuni docenti dell’istituto verranno sentiti come persone informate sui fatti, per ricostruire dettagliatamente il clima di intimidazione che, secondo l’accusa, avrebbe provocato nelle vittime uno stato di grave ansia e paura continuativa.
Le difese e la zona grigia della verità
Gli avvocati delle studentesse indagate hanno subito preso posizione con dichiarazioni volte a ridimensionare quanto accaduto. “Vanno sicuramente ridimensionati i fatti. Non si può contestare lo stalking ai minori”, hanno affermato i legali difensori, sostenendo fermamente che le loro assistite siano vittime di accuse esagerate.
La linea difensiva punta a smontare completamente il castello accusatorio, insistendo che “gli episodi contestati non corrispondono al vero” e promettendo di dimostrare, “prove alla mano”, che non si tratti di atti persecutori. Tale posizione crea un evidente contrasto con i racconti delle vittime, le cui testimonianze dipingono invece un quadro di sistematica intimidazione e paura prolungata nel tempo.