I Disturbi Specifici dell’Apprendimento rappresentano una realtà sempre più presente nelle aule scolastiche italiane, con un alunno su sedici che presenta una certificazione DSA. Il fenomeno coinvolge dislessia, disortografia, discalculia e disgrafia, disturbi che richiedono diagnosi tempestive e strumenti compensativi adeguati per garantire pari opportunità educative.
L’accesso alle certificazioni rimane tuttavia disomogeneo sul territorio nazionale, evidenziando criticità strutturali che penalizzano migliaia di studenti.
Il quadro nazionale dei DSA
Secondo l’ultimo report del Ministero dell’Istruzione e del Merito, attualmente il 6% degli alunni italiani presenta disturbi specifici dell’apprendimento certificati, equivalenti a circa 1 studente su 16. I dati mostrano un incremento significativo: dai 337.602 casi del 2021/2022 si è passati ai 354.569 del 2022/2023, registrando una crescita del 5% in soli due anni.
La distribuzione per grado scolastico evidenzia una progressione marcata: nella scuola primaria le certificazioni raggiungono il 3,2%, nelle secondarie di primo grado salgono al 6,7%, mentre il picco si registra nelle superiori con il 7,1%. Dal 2010 al 2022, la percentuale complessiva è aumentata dallo 0,9% al 6% attuale.
La crescita dei disturbi lungo il percorso scolastico
L’analisi dei dati ministeriali rivela un fenomeno significativo: le difficoltà di apprendimento diventano progressivamente più evidenti con l’avanzare del percorso educativo. Questo trend non indica necessariamente un aumento dei disturbi, ma piuttosto una maggiore capacità di riconoscimento e diagnosi man mano che le richieste cognitive si intensificano.
Nella scuola primaria, la percentuale di studenti certificati raggiunge il picco al quinto anno con il 4,5% nell’anno scolastico 2022/2023, evidenziando come le difficoltà emergano quando le competenze di lettura, scrittura e calcolo diventano più complesse.
La scuola secondaria di primo grado presenta i valori più elevati nel secondo e terzo anno, con percentuali tra il 6,6% e 7,4%. Questo periodo coincide con l’intensificazione del carico di studio e l’introduzione di materie più articolate.
Nelle scuole superiori, le certificazioni si mantengono costantemente sopra il 6% in tutti gli anni di corso, confermando la persistenza delle difficoltà anche quando gli studenti sviluppano strategie compensative più mature.
Le tipologie di DSA e la loro distribuzione
La dislessia rappresenta il disturbo specifico dell’apprendimento più diffuso in tutti i gradi di istruzione. Nella scuola primaria coinvolge l’1,3% degli studenti, percentuale che sale al 3,8% nelle scuole medie e raggiunge il 4% nelle superiori.
La disgrafia interessa lo 0,7% degli alunni delle elementari, il 2,2% dei ragazzi delle medie e il 2,1% degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Questo disturbo compromette la capacità di riprodurre graficamente lettere e numeri in modo fluido.
Per quanto riguarda la disortografia, i dati evidenziano lo 0,8% degli alunni nella primaria, il 2,7% nella fascia 11-13 anni e il 2,4% nelle superiori. La discalculia coinvolge lo 0,5% degli scolari nella primaria, il 2,2% nella secondaria di primo grado e raggiunge il 2,7% tra i più grandi, manifestandosi attraverso difficoltà nel collegare simboli matematici a operazioni logiche.
Le disparità territoriali nel riconoscimento e certificazione
I dati ministeriali rivelano un divario territoriale significativo nelle certificazioni DSA: il Nord Ovest registra il 7,9% di alunni certificati, seguito da Nord Est (6,7%) e Centro (6,1%), mentre il Sud si ferma al 2,8%. Questa discrepanza non riflette la reale incidenza dei disturbi, ma evidenzia le criticità del sistema diagnostico meridionale.
Le difficoltà strutturali del sistema sanitario e i ritardi nell’elaborazione delle diagnosi penalizzano gli studenti del Sud, che spesso rimangono senza supporto adeguato. Paradossalmente, proprio nelle regioni dove le prove Invalsi certificano maggiori lacune in italiano e matematica, si registrano meno certificazioni DSA.
La Legge 170/2010 assegna alle famiglie la responsabilità di avviare la diagnosi, creando inevitabili disparità nell’accesso agli strumenti di valutazione. Le scuole tentano di colmare queste lacune attraverso screening preliminari, che nell’anno 2022/2023 hanno individuato 2.080 alunni a rischio DSA nella scuola dell’infanzia e 4.388 nella primaria.