L’Indire avvierà a gennaio i corsi di formazione destinati ai docenti sull’educazione affettiva. L’annuncio è arrivato sabato 29 novembre dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, intervenuto a Job&Orienta presso Veronafiere.
L’iniziativa ha registrato l’adesione di circa 2.000 scuole, con una forte partecipazione degli istituti superiori.
Secondo il ministro, i corsi permetteranno di coinvolgere migliaia di insegnanti nel corso del 2026, preparandoli a trasmettere ai propri studenti conoscenze e valori legati alle relazioni interpersonali e al rispetto reciproco.
L’educazione affettiva comprende temi come l’educazione alle relazioni, il rispetto dei confini personali e l’empatia nelle dinamiche di classe.
L’ente formatore Indire si occuperà della progettazione e dell’erogazione dei percorsi, strutturati per fornire agli insegnanti strumenti concreti da applicare in aula nell’ambito dell’educazione civica e delle attività trasversali.
Le novità: educazione affettiva ed empatia nei programmi
Il ministro Giuseppe Valditara ha rivendicato l’inserimento dell’educazione affettiva nelle scuole come elemento distintivo dell’attuale governo. Secondo le sue dichiarazioni, i governi precedenti non avrebbero dato centralità all’educazione alle relazioni né posto il rispetto, in particolare verso le donne, al centro delle politiche scolastiche.
Le nuove linee guida ministeriali introducono nei programmi scolastici l’educazione all’empatia affettiva e relazionale.
Valditara ha sottolineato che questa impostazione rappresenta un’innovazione rispetto al passato, attribuendo al proprio operato il merito di avere avviato un percorso formativo strutturato su questi temi.
L’approccio mira a rendere l’educazione al rispetto un pilastro della didattica, integrando competenze relazionali ed emotive nel curriculum. La formazione docenti programmata da Indire rappresenta il primo passo operativo per tradurre queste indicazioni in prassi concrete nelle classi.
Le motivazioni: rispetto, confini e consenso al centro
I corsi puntano a sviluppare competenze relazionali precise. Gli insegnanti apprenderanno come educare al rispetto reciproco, costruire relazioni positive in classe e trasmettere l’importanza di riconoscere i limiti altrui.
Valditara ha indicato tra gli obiettivi principali saper rispettare i “no” e i confini della donna, e più in generale di ogni persona, oltre alla capacità di tollerare i rifiuti senza reazioni inadeguate.
La formazione include anche l’educazione al consenso e al dialogo come strumenti fondamentali nelle interazioni quotidiane. Secondo il ministro, la scuola deve insegnare a valorizzare il confronto aperto e a comprendere che il consenso rappresenta la base di ogni relazione sana.
L’approccio mira a prevenire comportamenti problematici attraverso l’acquisizione di strumenti educativi concreti.
Il piano prevede inoltre l’avvio di “buone pratiche” nelle classi, che i docenti formati potranno applicare per tradurre questi principi in attività didattiche quotidiane.
Le ricadute per studenti e docenti: tempi, numeri, possibili impatti
Con l’avvio nel 2026, l’iniziativa punta a coinvolgere migliaia di docenti nella formazione sull’educazione affettiva. Secondo quanto dichiarato, l’obiettivo è consentire agli insegnanti di acquisire strumenti e competenze da trasferire poi nelle classi, portando temi di rispetto e relazioni positive direttamente agli studenti.
L’ampia risposta registrata – circa 2.000 scuole, in prevalenza istituti superiori – segnala un interesse diffuso per questi contenuti. Indire, ente pubblico di ricerca del Ministero, gestirà operativamente i corsi, coordinando tempi, materiali e modalità formative per garantire uniformità su scala nazionale.
La dimensione numerica dell’intervento fa ipotizzare una possibile diffusione capillare nelle aule, sebbene gli effetti concreti sulla didattica quotidiana e sul clima di classe potranno essere valutati solo a seguito dell’effettiva realizzazione e monitoraggio delle attività formative.