Una ricerca coordinata dalle Università di Padova e Bergamo, pubblicata su “Psychological Research”, ha svelato risultati sorprendenti sull’efficacia dell’effetto placebo nei bambini con dislessia evolutiva. Il disegno sperimentale ha coinvolto 49 bambini dislessici e 48 studenti universitari, testando le abilità di lettura in tre condizioni: occhiali spenti, occhiali spenti con aspettativa positiva e occhiali accesi.
I risultati hanno dimostrato un impatto clamoroso dell’aspettativa sui più piccoli. I bambini della scuola primaria con dislessia, pur indossando occhiali spenti ma credendo nell’efficacia del dispositivo, hanno commesso significativamente meno errori nella lettura. L’effetto è stato così marcato che le loro prestazioni hanno raggiunto livelli paragonabili a quelli di studenti dislessici della scuola media, rappresentando un miglioramento equivalente a diversi anni di sviluppo nelle competenze di lettura.
La spiegazione neuroscientifica dell’effetto
L’effetto placebo rappresenta una risposta automatica a stimoli positivi condizionati, dove segnali verbali, visivi e sociali producono cambiamenti reali nei comportamenti e nei risultati dei trattamenti. Dal punto di vista neuroscientifico, questo fenomeno si basa su meccanismi cerebrali ben precisi: i trattamenti con placebo aumentano il rilascio di oppioidi endogeni e dopamina, neurotrasmettitori fondamentali per il benessere e la motivazione.
Questo processo neurochimico si accompagna a una riduzione significativa dell’attivazione nelle regioni cerebrali correlate alle emozioni negative, creando un ambiente neurologico più favorevole all’apprendimento. Nel caso specifico della dislessia, l’aspettativa positiva generata dagli occhiali “miracolosi” ha innescato questi meccanismi cerebrali, permettendo ai bambini di superare parzialmente le difficoltà di lettura attraverso un miglioramento del loro stato emotivo e cognitivo.
I possibili impatti e le prospettive della ricerca
La scoperta apre scenari completamente nuovi per i programmi di riabilitazione della dislessia, che attualmente trascurano l’effetto placebo nei loro protocolli. L’integrazione di aspettative positive potrebbe potenziare significativamente l’efficacia degli interventi tradizionali, offrendo un approccio più completo e meno costoso.
Il contrasto emerso tra bambini e studenti universitari risulta particolarmente significativo: mentre nei più piccoli l’effetto placebo ha prodotto miglioramenti clinicamente rilevanti, negli universitari i benefici sono stati trascurabili. Questa differenza suggerisce che l’età e lo sviluppo cognitivo influenzano profondamente la risposta alle aspettative positive.
La ricerca evidenzia inoltre l’urgenza di verificare scientificamente l’efficacia degli occhiali lampeggianti, dispositivi costosi utilizzati senza solide basi empiriche. Gli studi futuri dovranno separare chiaramente gli effetti reali da quelli placebo.