Esami di idoneità, dal 2025 scatta il giro di vite: stop ai diplomifici con presidente esterno

Esami di idoneità, dal 2025 scatta il giro di vite: stop ai diplomifici con presidente esterno

Il Ministero dell'Istruzione pubblica il decreto 218 che irrigidisce le regole degli esami di idoneità per contrastare i diplomifici e garantire maggiore trasparenza.
Esami di idoneità, dal 2025 scatta il giro di vite: stop ai diplomifici con presidente esterno

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato il decreto numero 218, che aggiorna la disciplina degli esami di idoneità con l’obiettivo di introdurre maggiore rigore e trasparenza nel sistema scolastico italiano. Le nuove disposizioni entreranno in vigore a partire dal prossimo anno scolastico e interessano sia il secondo ciclo di istruzione, ovvero le scuole superiori, sia il primo ciclo, che comprende la scuola primaria e la secondaria di primo grado.

Il provvedimento mira principalmente a contrastare il fenomeno dei cosiddetti diplomifici, istituti che permettono recuperi accelerati degli anni scolastici senza garantire una formazione adeguata. Le modifiche normative puntano a rendere più solido e credibile il percorso di studi degli studenti che necessitano di sostenere esami di idoneità.

Le superiori: limite di due anni e presidenza esterna obbligatoria

Il decreto introduce un vincolo operativo preciso per la scuola secondaria di secondo grado: lo studente non può sostenere esami di idoneità che coprano più di due anni di corso consecutivi rispetto a quello di ammissione. La misura nasce per contrastare pratiche scorrette legate ai cosiddetti diplomifici e assicurare un percorso formativo più solido e verificabile.

Quando l’esame riguarda il recupero di due anni, la normativa impone la presenza di un presidente esterno alla commissione. L’istituto scolastico non può gestire autonomamente la procedura: deve trasmettere la richiesta all’Ufficio Scolastico Regionale competente, che provvede a nominare un dirigente proveniente da un’altra scuola.

Questa nomina esterna garantisce trasparenza e terzietà nella valutazione, rafforzando il controllo sul rispetto dei requisiti formativi previsti dal percorso di studi.

Il primo ciclo: esami per istruzione parentale e scadenze

Per la scuola primaria e secondaria di primo grado, il decreto conferma le regole già in vigore, disciplinando principalmente la posizione degli alunni in istruzione parentale. Questi studenti devono sostenere ogni anno un esame presso una scuola statale o paritaria per certificare l’assolvimento dell’obbligo formativo.

La procedura prevede scadenze precise che le famiglie sono tenute a rispettare. La domanda va presentata entro il 30 aprile, allegando il progetto educativo svolto durante l’anno. L’esame si tiene in un’unica sessione entro il 30 giugno, permettendo così di verificare il livello di preparazione raggiunto dall’alunno.

Una distinzione importante riguarda le scuole non statali e non paritarie: in questo caso, l’esame diventa obbligatorio soltanto al termine della quinta elementare, e non annualmente come per l’istruzione parentale.

La commissione d’esame è composta da docenti interni della scuola presso cui si sostiene la prova ed è presieduta dal dirigente scolastico o da un suo delegato, garantendo così continuità con le modalità tradizionali di valutazione del primo ciclo.

Le prove e i controlli: criteri di idoneità e vigilanza

Gli esami di idoneità prevedono verifiche su tutte le discipline del piano di studi dell’anno che lo studente intende recuperare. Le prove includono test scritti, grafici e pratici, mentre per i licei musicali sono previste anche prove compositivo-esecutive. A completare il quadro valutativo intervengono colloqui orali approfonditi, che consentono alla commissione di verificare l’effettiva preparazione del candidato su ogni materia.

Per ottenere l’idoneità è necessario raggiungere la sufficienza, corrispondente a sei decimi, in ciascuna disciplina. Il decreto rafforza inoltre le misure di vigilanza: i presidenti di commissione hanno l’obbligo di inviare relazioni dettagliate agli Uffici Scolastici Regionali qualora riscontrino irregolarità durante lo svolgimento degli esami, garantendo così il pieno rispetto delle norme vigenti e la trasparenza dell’intero processo valutativo.

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