Giovani e sessualità: educazione sessuale a scuola - Studentville

Giovani e sessualità, meno 1 su 2 fa educazione sessuale a scuola

Dall’indagine "L'educazione affettiva e sessuale in adolescenza: a che punto siamo?" di Save the Children e Ipsos emerge che solo il 47% degli studenti ha ricevuto lezioni di educazione sessuale a scuola.
Giovani e sessualità, meno 1 su 2 fa educazione sessuale a scuola

Meno di 1 su 2 studenti fa educazione sessuale a scuola

Dall’indagine “L’educazione affettiva e sessuale in adolescenza: a che punto siamo?” effettuata da Save the Children è emerso che meno di una/o studentessa/e su due ha ricevuto, in classe, delle lezioni di educazione sessuale. Non solo: se per una buona percentuale di genitori rendere questa materia obbligatoria sia una buona idea, quasi la metà di essi nutrirebbe dei dubbi in merito. La ricerca è stata condotta insieme a IPSOS, e oggetto di approfondimento è stato il rapporto con la sfera sessuale da parte dei ragazzi (800 sono stati gli adolescenti coinvolti, con un’età compresa tra 14 e 18 anni, e 400 genitori di ragazzi della stessa età).

L’indagine si è concentrata sul cercare di capire dove e come i ragazzi si informino su questi temi, quali strategie usino per proteggersi dai rischi e che ruolo giochino famiglia e servizi nel loro percorso educativo. Con un particolare focus sul ruolo che il digitale gioca nelle loro vite, e su quali opportunità possono emergere grazie a tale strumento.

I temi sui quali si sentono più sicuri

In fatto di sessualità, i ragazzi si sentono più sicuri quando si parla di consenso nei rapporti sessuali (87%), mentre un po’ meno su contraccezione, anatomia dei genitali, infezioni sessualmente trasmissibili (IST) e pratiche sessuali. Come c’era da aspettarsi, i più grandi, chi è in una relazione o ha già avuto esperienze sessuali, dichiarano di avere una conoscenza più approfondita su questi temi. Quando cercano informazioni da soli, gli adolescenti si concentrano soprattutto su pratiche sessuali e contraccezione, seguite dall’anatomia femminile. Questo succede più spesso tra i ragazzi e tra chi ha una relazione o esperienze sessuali, probabilmente perché sentono questi argomenti più vicini alla loro vita.

L’indagine ha approfondito anche il modo in cui i ragazzi si informano sulle pratiche sessuali e sulle infezioni sessualmente trasmissibili (IST). I siti web e gli articoli online sono le fonti più utilizzate: il 47% dei giovani li consulta per le pratiche sessuali e il 57% per le IST. Molto più indietro altre fonti, come i video pornografici (22%) per le pratiche sessuali e libri o manuali scientifici (22%) per le IST. I video porno, in particolare, vengono usati soprattutto dai ragazzi tra i 16 e i 18 anni per informarsi su questi temi.

Quando gli adolescenti chiedono informazioni ad altre persone, i temi più gettonati sono pratiche sessuali e contraccezione (50%). I ragazzi, in particolare, si interessano anche a consenso e infezioni sessualmente trasmissibili (IST). Dal lato dei genitori, invece, l’attenzione è soprattutto su consenso e IST (81%), seguiti dalla contraccezione (79%), mentre parlano molto meno delle pratiche sessuali. Su questo argomento, infatti, i ragazzi preferiscono informarsi online o tra amici.

Giovani e sessualità, il ruolo della famiglia

Ma qual è il ruolo dei genitori in fatto di educazione sessuale? Circa 7 adolescenti su 10 dichiarano di aver ricevuto un’educazione sessuale in famiglia, soprattutto tra i 14-15enni. Dall’altro lato, l’80% dei genitori afferma di aver trattato il tema con i figli, generalmente iniziando tra gli 11 e i 13 anni, a volte anche prima, soprattutto le madri. Il 75% dei giovani descrive queste conversazioni come rispettose dei loro tempi e curiosità, segno che il dialogo familiare sulla sessualità è più aperto di quanto si possa pensare. Tuttavia, l’educazione si concentra soprattutto sulla prevenzione dei rischi (64%), lasciando meno spazio a temi come emozioni e relazioni.

Per il 56% degli adolescenti, parlare di sessualità in famiglia non è un tabù e avviene senza imbarazzi. Tuttavia, un 19% ammette di provare disagio nell’affrontare certi argomenti e un 9% sente che la sessualità in casa è vista in modo negativo o affrontata troppo tardi. Dal punto di vista dei genitori, il 79% ritiene di aver offerto un’educazione rispettosa, il 66% la descrive centrata sulla prevenzione e il 63% parla di un dialogo aperto, confermando quanto riferito dai ragazzi.

Educazione sessuale e scuola

Che dire, invece, della scuola? Meno di 1 studente su 2 (47%) afferma di aver ricevuto un’educazione sessuale a scuola, e le differenze, come spesso accade, si riscontrano a livello territoriale: al Nord la percentuale supera il 55%, mentre scende sotto il 40% al Centro e al Sud. Nella maggior parte dei casi si tratta di lezioni sporadiche: il 44% riferisce corsi di poche settimane e il 32% un solo incontro isolato. Percorsi più strutturati e continuativi, come quelli previsti dalle linee guida internazionali, sono rari. Nella maggior parte dei casi (53%), l’educazione sessuale viene tenuta da esperti esterni alla scuola, mentre il 28% è affidato a docenti interni. L’82% degli studenti che ha partecipato li considera comunque utili e arricchenti.

Anche i genitori vedono di buon occhio queste iniziative: il 91% è favorevole a renderle obbligatorie e il 92% ritiene utile un supporto formativo per loro stessi. Tuttavia, il 68% pensa che la scuola primaria sia troppo precoce per affrontare certi argomenti, probabilmente perché non conosce i programmi internazionali, che trattano più di emozioni, rispetto e consenso che di sessualità vera e propria. Alcuni genitori hanno dubbi: il 49% teme che l’educazione sessuale possa spingere i ragazzi a fare esperienze precoci e il 36% la vede in contrasto con valori culturali e religiosi. La maggioranza (64%) non condivide però questa preoccupazione.

Le conclusioni dell’indagine

In conclusione, dall’indagine emerge un quadro variegato sulle esperienze degli adolescenti italiani riguardo alla sessualità e alle relazioni. Molti parlano con i genitori in modo aperto e rispettoso, ma continuano a cercare informazioni online, con il rischio di imbattersi in contenuti poco affidabili. La scuola è vista come un supporto importante, ma c’è bisogno di un’educazione sessuale più chiara e completa. Restano ferme, purtroppo, le difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari e continuano e preoccupare fenomeni come discriminazioni, binge drinking, sexting e l’uso di app d’incontri.

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Foto apertura di cottonbro studio via Pexels

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