Un’accesa polemica sta investendo il sistema scolastico italiano riguardo ai corsi di educazione affettiva e sessuale, con particolare attenzione a quelli promossi nelle scuole del Veneto e di Torino. Il Partito Democratico ha presentato due interrogazioni parlamentari ai Ministeri dell’Istruzione e del Merito e della Famiglia e Pari Opportunità, evidenziando preoccupazioni sulla natura e i contenuti di questi programmi formativi.
Al centro del dibattito, la metodologia didattica utilizzata da alcune associazioni che, nonostante si dichiarino laiche, propongono approcci controversi all’educazione sessuale.
Critiche e polemiche sulle metodologie didattiche
Le contestazioni più accese riguardano l’approccio di alcuni corsi che presentano la castità come unico metodo contraccettivo valido. Nelle scuole del Veneto e di Torino, numerosi genitori hanno espresso forte preoccupazione per i contenuti proposti, ritenuti inadeguati al contesto educativo moderno.
Le proteste hanno evidenziato carenze significative rispetto ai criteri di inclusività e scientificità, con particolare riferimento alla mancanza di una prospettiva educativa completa e bilanciata.
La questione ha sollevato un acceso dibattito sulla necessità di garantire trasparenza nei programmi formativi e sull’importanza di basare l’educazione sessuale su evidenze scientifiche concrete, rispettando al contempo la sensibilità di studenti e famiglie.
Il programma Teen Star e le sue metodologie
Il programma Teen Star, ispirato all’impostazione antropologica di Karol Wojtyla, si basa su una visione che riflette sul valore intrinseco della persona e della sessualità. Durante i corsi, le studentesse sono invitate a compilare moduli sul ciclo ovulatorio e vengono istruite su metodi di controllo della fertilità basati sull’osservazione del liquido vaginale e della sua viscosità.
Questo approccio, che propone la castità come metodo contraccettivo durante i periodi fertili, ha sollevato perplessità nella comunità scientifica per l’assenza di evidenze empiriche sulla sua efficacia, considerando soprattutto l’irregolarità dei cicli ovulatori.
Il programma, pur dichiarandosi laico e aconfessionale, è stato criticato per la mancanza di basi scientifiche solide e per l’adozione di metodologie considerate inappropriate per il contesto scolastico.
Richiesta di trasparenza e controllo istituzionale
Le interrogazioni parlamentari presentate dalla deputata Rachele Scarpa e dalla consigliera regionale Francesca Zottis richiedono verifiche approfondite sui criteri di accreditamento delle associazioni che operano nelle scuole. Particolare attenzione viene posta sulla necessità di garantire il rispetto dei principi pedagogici e scientifici nell’educazione sessuale.
La deputata Scarpa ha espressamente sottolineato come questi corsi manchino di basi scientifiche concrete, sollevando preoccupazioni sui possibili legami dell’associazione con gruppi ultraconservatori come Pro Vita.
Le parlamentari chiedono inoltre una revisione dei protocolli di monitoraggio per assicurare che i contenuti proposti rispettino pienamente i diritti dei minori e gli standard educativi moderni.
Risposta e difesa del programma da parte delle istituzioni locali
La giunta di centrodestra di San Donà ha assunto una posizione ferma in difesa del programma Teen Star. L’assessora ai servizi sociali Federica Marcuzzo ha evidenziato come l’associazione sia regolarmente iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore e al Mepa, sottolineando la sua presenza in cinquantasei nazioni.
Il programma viene presentato come laico e aconfessionale, con un approccio che considera la totalità della persona e la struttura umana come riferimento principale.
La Marcuzzo ha enfatizzato come questa laicità, libera da ideologie, rappresenti proprio uno dei punti di forza dell’iniziativa formativa.
Fonte immagine: Freepik