Le prove Invalsi si svolgono in periodi diversi per ogni fascia scolastica. A marzo 2025 hanno interessato gli studenti delle superiori, mentre ad aprile è stato il turno delle medie. Dal 6 al 9 maggio è partita l’ultima tranche dedicata alle elementari, con test di inglese, italiano e matematica per le classi seconde e quinte.
L’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi) è l’ente pubblico di ricerca che organizza questi test. L’obiettivo è rilevare i livelli di apprendimento degli studenti nelle competenze fondamentali per valutare l’efficacia del sistema scolastico italiano.
Secondo quanto riportato dal maestro e giornalista Alex Corlazzoli, il costo complessivo di questa macchina valutativa ammonta a 28.408.513,70 euro, cifra che rappresenta la quota delle uscite nel bilancio di previsione per l’anno 2025 dell’istituto Invalsi.
Le proteste dei sindacati contro il “carrozzone” Invalsi
Lo sciopero del 7 maggio indetto da Cobas Scuola, Sgb e Cub Sur rappresenta l’apice della contestazione sindacale. Il maestro e giornalista Alex Corlazzoli ha definito gli Invalsi una “imposizione di Stato” che “non produce alcun cambiamento nella didattica”.
Il Sindacato generale di base ha attaccato duramente l’istituto, descrivendolo come “un enorme carrozzone parassitario che pretende di vivere sull’ennesimo lavoro burocratico e gratuito” degli insegnanti. I Cobas evidenziano come le prove abbiano diffuso la pratica del “teaching to test”, sottraendo tempo prezioso alla didattica attiva ed esperienziale, fondamentale per lo sviluppo del pensiero critico.
Le conseguenze sui metodi didattici: quando i test limitano l’apprendimento
I test standardizzati stanno trasformando la didattica in mera preparazione agli esami. Le scuole dedicano tempo prezioso al “teaching to test” sottraendolo all’insegnamento esperienziale, fondamentale per lo sviluppo del pensiero critico.
Dai rapporti Invalsi emergono crescenti disparità territoriali e socioeconomiche, evidenziando come questo sistema di valutazione difficilmente possa misurare reali competenze, contraddicendo i principi di una scuola inclusiva basata sulla personalizzazione degli apprendimenti.