La Maturità 2026 introduce per la prima volta la comunicazione anticipata delle materie orali, rappresentando una svolta significativa nella pianificazione degli studi. Seguendo la tradizione consolidata, il Ministero dell’Istruzione e del Merito dovrebbe pubblicare le discipline entro fine gennaio 2026.
L’analisi delle date storiche conferma questa tempistica: dal 2014 al 2025, le comunicazioni sono avvenute prevalentemente tra il 18 e il 31 gennaio, ad eccezione dei periodi di emergenza sanitaria. Questa prevedibilità temporale consente agli studenti una programmazione strategica della preparazione, eliminando l’incertezza che caratterizzava i precedenti colloqui interdisciplinari aperti e fornendo un vantaggio competitivo nella gestione del carico di studio.
Il nuovo assetto dell’orale
La Maturità 2026 introduce una trasformazione radicale del colloquio orale, abbandonando il modello tradizionale del dialogo aperto sull’intero programma. La prova diventa una verifica mirata su quattro materie specifiche, selezionate annualmente dal Ministero per ciascun indirizzo di studi.
Scompare definitivamente il materiale casuale di avvio, quella componente che spesso generava collegamenti interdisciplinari improvvisati e creava incertezza nei candidati. Al suo posto emerge un sistema standardizzato che garantisce maggiore prevedibilità e preparazione mirata.
Un’altra novità significativa riguarda l’eliminazione della strategia del silenzio: chi non si presenta o sceglie di non rispondere dovrà ripetere l’anno scolastico, rendendo il colloquio una prova obbligatoria e ineludibile.
Il ruolo della riforma ministeriale
La riforma ministeriale per la Maturità 2026 introduce un framework strutturale che definisce con precisione le quattro discipline obbligatorie per ciascun indirizzo di studi. Questa trasformazione normativa mira a standardizzare i criteri valutativi e garantire omogeneità territoriale nell’applicazione delle prove orali.
L’integrazione sistematica di Educazione civica e Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) nell’architettura valutativa rappresenta un elemento caratterizzante della riforma. Questi componenti acquisiscono peso specifico nella determinazione del voto finale, consolidando l’approccio ministeriale verso competenze trasversali e cittadinanza attiva.
La finalità strategica della riforma consiste nell’eliminare l’aleatorietà del colloquio tradizionale, sostituendola con parametri oggettivi che consentono agli studenti una preparazione mirata e metodica, riducendo l’incertezza procedurale che caratterizzava il precedente modello d’esame.