Carta del docente: dopo 10 anni anche per i docenti precari

Concorsi Pubblici: la riforma di Brunetta

Concorsi Pubblici: la riforma di Brunetta

Concorsi Pubblici: la riforma

Il nuovo Protocollo per lo svolgimento delle selezioni pubbliche verrà pubblicato sul sito del Dipartimento della Funzione pubblica. Quest’ultimo consente, di fatto, lo sblocco dei bandi di concorso in atto e di bandire nuovi concorsi, con modalità semplificate e più veloci, in grado di assicurare il turnover nella PA. Secondo le stime del Dipartimento della Funzione pubblica si potranno portare a termine,in questo modo, più di 110 mila assunzioni nella Pubblica Amministrazione. In cosa cambia la riforma di Brunetta?

Leggi anche: Concorsi Pubblici 2021: la riforma e cosa cambia

Concorsi Pubblici: le modifiche proposte da Brunetta

I punti fondamentali della Riforma Brunetta prevedono:

  • stop ai concorsi lenti;
  • ripresa dei concorsi in presenza;
  • abolizione di concorsi unici;
  • maggiore importanza ai Concorsi Formez.

Il primo punto della Riforma Brunetta prevede una velocizzazione di tutte le procedure concorsuali future. I luoghi previsti per lo svolgimento delle prove sono le aule universitarie e le fiere che, grazie agli spazi ampi, permetterebbero di superare il limite dei 30 candidati per sessione. I concorsi unici prevedono la creazione di graduatorie con lunghe durate che non sono compatibili con le esigenze della Pubblica Amministrazione di assumere personale in tempi brevi. I concorsi Formez acquisiranno maggiore importanza perché la Riforma Brunetta prevede innanzitutto una ristrutturazione completa dell’ente. Il Formez infatti dovrà collaborare a stretto contatto con le amministrazioni centrali e locali per definire fabbisogni, competenze e profili richiesti.

Concorsi Pubblici: i cambiamenti proposti dal vecchio ministro

I cambiamenti previsti dalla riforma dei concorsi pubblici proposta dal precedente Ministro Fabiana Dadone sono:

  • SPID e PEC obbligatori;
  • Scadenza dei bandi ridotta;
  • Bandi-tipo;
  • Prove decentrate ed effettuate al computer;
  • Inserimento di CV e motivazioni personali;
  • Test situazionali e soft skills;
  • prove scritte standardizzate.

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Carta del docente: dopo 10 anni anche per i docenti precari

La carta elettronica per l'aggiornamento professionale dei docenti nasce nel 2015 con l'approvazione della Legge 107, la Buona Scuola.
Carta del docente: dopo 10 anni anche per i docenti precari

La carta elettronica per l’aggiornamento professionale dei docenti nasce nel 2015 con l’approvazione della Legge 107, meglio conosciuta come La Buona Scuola. Questa riforma, promossa durante il governo Renzi con la professoressa Giannini come Ministro dell’Istruzione, ha rappresentato una vera rivoluzione nel panorama scolastico italiano, suscitando numerose controversie e resistenze.

Tra le diverse misure introdotte, la carta del docente, prevista al comma 121 dell’articolo 1, è stata una delle poche iniziative accolta con favore. Tuttavia, fin dalla sua istituzione, questo bonus di 500 euro annuali è stato riservato esclusivamente ai docenti di ruolo, escludendo completamente il personale precario nonostante il loro contributo fondamentale al sistema educativo.

Il Senato approva: la carta del docente si estende ai precari

Lo scorso 21 maggio 2024 il Senato ha approvato un significativo decreto legge che modifica sostanzialmente l’impianto originario della Legge 107/2015. La novità principale consiste nell’inserimento dell’articolo 6-bis, che aggiorna i commi 121 e 123 della normativa risalente al periodo della Buona Scuola.

Il cambiamento più atteso riguarda l’estensione della Carta del docente anche ai docenti con contratto a tempo determinato fino al 31 agosto, una vittoria per il personale precario della scuola. Questa modifica normativa, che sarà operativa dall’anno scolastico 2025/2026, arriva dopo numerose sentenze favorevoli che hanno progressivamente riconosciuto il diritto al bonus formazione anche ai docenti non di ruolo, sanando una disparità di trattamento durata un decennio.

I nuovi criteri di assegnazione: cambia l’importo massimo

La gestione operativa della carta sarà affidata a un decreto ministeriale congiunto tra il dicastero dell’Istruzione e quello dell’Economia. Il provvedimento determinerà annualmente non solo l’esatto importo disponibile per ciascun docente, che potrà arrivare fino a un massimo di 500 euro, ma anche i criteri di assegnazione automatica per i precari con contratto al 31 agosto.

Una novità significativa riguarda la rendicontazione: le fatture emesse dagli esercenti accreditati dovranno essere trasmesse entro 90 giorni dalla validazione dei buoni, pena la decadenza del diritto al rimborso. L’ammontare non sarà più garantito nella misura fissa, ma dipenderà dalla platea dei beneficiari e dalle risorse economiche disponibili.

Le regole transitorie per l’anno scolastico 2024/2025

Per l’anno scolastico 2024/2025 non cambierà nulla nell’immediato. Il legislatore ha infatti previsto una fase transitoria durante la quale resteranno in vigore le disposizioni attuali, come stabilite dal decreto attuativo del comma 122 della Legge 107/2015.

I docenti precari dovranno quindi attendere ancora un anno prima di poter beneficiare della carta, che continuerà ad essere erogata esclusivamente ai docenti con contratto a tempo indeterminato. Questa scelta garantisce continuità amministrativa e consente al Ministero di predisporre adeguatamente i sistemi per la gestione ampliata dell’utenza a partire dall’anno successivo, quando la platea dei beneficiari si allargherà considerevolmente includendo anche i contratti al 31 agosto.

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