Liste stupri in due licei di Roma: indagini, arresto di un 14enne e la protesta degli studenti

Liste stupri in due licei di Roma: indagini, arresto di un 14enne e la protesta degli studenti

Nel bagno di un liceo romano è comparsa una lista con nomi di ragazze. Gli episodi analoghi hanno scatenato le reazioni del collettivo studentesco e del ministro Valditara.
Liste stupri in due licei di Roma: indagini, arresto di un 14enne e la protesta degli studenti

Nel bagno maschile di un liceo delle scienze umane di Roma è comparsa una scritta con i nomi di due ragazze, poi cancellata con lo stesso pennarello indelebile nero utilizzato per tracciarla. L’episodio, riportato da La Repubblica, si inserisce in una sequenza di casi analoghi emersi nei giorni precedenti nella capitale e richiama un precedente avvenuto a Lucca.

Secondo la ricostruzione del collettivo studentesco Asmara, il gesto non sembrerebbe direttamente legato a motivazioni politiche, ma rappresenterebbe piuttosto un’emulazione dei fatti recenti con sfondo denigratorio e sessuale.

Un altro istituto romano, liceo classico e delle scienze umane, ha registrato un episodio simile. La circolare del dirigente scolastico documenta il rinvenimento di una scritta offensiva nel bagno delle studentesse, riferita a un’alunna, e di una lettera contenente insulti pesanti trovata nel libro di uno studente, con offese rivolte a lui e alla sua famiglia.

La dirigente della prima scuola coinvolta non ha rilasciato commenti sulla vicenda.

La ricostruzione degli studenti e l’ipotesi emulativa

Secondo il collettivo Asmara, il gesto registrato nel liceo delle scienze umane non avrebbe matrice politica, ma rappresenterebbe piuttosto un’emulazione degli episodi precedenti con chiaro sfondo denigratorio e sessuale. Gli studenti e le studentesse hanno respinto fermamente ogni tentativo di minimizzazione: “Ancora una volta la violenza di genere viene sbeffeggiata, denigrata o ancora peggio glorificata.

Non sono ragazzate, ma sintomi della società patriarcale e machista in cui i cosiddetti ‘bravi ragazzi’ nascono, crescono e si adagiano”.

Bianca Piergentili, coordinatrice della Rete studenti Medi Lazio, ha rilanciato con forza la richiesta di interventi educativi strutturali: “Pretendiamo un cambiamento, lo vogliamo reale ed imminente. Il ministro parla di punire i colpevoli, si inizia ‘la caccia all’uomo’ ma sono tutti colpevoli, in primo luogo le istituzioni che ci abbandonano, ci negano la necessità di instaurare un’educazione sessuo-affettiva ed al consenso all’interno delle nostre scuole, danno colpe a nemici immaginari pur di non ammettere un problema reale e sociale”.

La posizione studentesca contrappone così l’istanza preventiva alla risposta percepita come esclusivamente punitiva.

Le reazioni istituzionali e le misure disciplinari

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha definito quanto accaduto nel primo liceo romano “un fatto grave, che va indagato e sanzionato duramente”. Secondo quanto riportato da Fanpage, il ministro ha sottolineato che “con le nuove norme la scuola ha tutti gli elementi per procedere”, riferendosi agli strumenti disciplinari previsti dalla normativa vigente per affrontare simili episodi.

La dichiarazione di Valditara è arrivata nelle ore successive all’emersione della prima “lista delle ragazze da stuprare” e ha segnato la posizione istituzionale sulla vicenda, ponendo l’accento sulla necessità di interventi rapidi e incisivi da parte degli istituti scolastici coinvolti.

Le indagini in corso e le ipotesi di reato

Le indagini sul primo episodio hanno individuato un sospettato: si tratterebbe di uno studente di quattordici anni, descritto come “ragazzo problematico” e “facilmente infiammabile”. Secondo le ricostruzioni, potrebbe essere stato spinto a scrivere l’elenco sul muro da un gruppo di ragazzi più grandi.

La dirigente scolastica è stata convocata negli uffici della Squadra mobile per fornire dettagli utili agli investigatori e si è dichiarata pronta a denunciare i responsabili. Due famiglie degli studenti presi di mira hanno già sporto denuncia, mentre altre potrebbero seguire.

Le ipotesi di reato contestate includono minacce aggravate e istigazione a delinquere. Dalla Squadra mobile confermano che il movente sarebbe politico: alcune delle vittime erano impegnate contro la violenza sulle donne e presenti ai presìdi organizzati durante la campagna elettorale per i rappresentanti d’istituto della scorsa settimana.

Resta da stabilire se l’autore abbia agito su istigazione altrui, in gruppo o autonomamente, e non viene scartata la pista del mandante esterno.

Al termine degli accertamenti, data la gravità dei fatti e la procedibilità d’ufficio, saranno inviate relazioni sia alla Procura dei minorenni sia a quella ordinaria. Saranno poi i pubblici ministeri a decidere come procedere. Se l’identificazione del colpevole dovesse complicarsi, potrebbe essere disposta una perizia grafologica per confrontare la scritta con le verifiche scolastiche del sospettato.

I riflessi sul clima scolastico e la dimensione digitale

Il clima all’interno della comunità scolastica si è ulteriormente inasprito a causa di voci circolate tra docenti e studenti. Alcuni membri del corpo insegnante avrebbero minimizzato l’accaduto, attribuendo la responsabilità a un giovane con “problemi comportamentali”, un’interpretazione che ha sollevato perplessità e critiche tra chi chiede un approccio più strutturale al fenomeno.

Parallelamente, la vicenda ha trovato amplificazione sui social network, in particolare su TikTok, dove sono comparsi commenti anonimi a sostegno dell’autore della lista. Profili con nickname volgari hanno postato messaggi come “Si prenota?” e “Ci sarà un motivo, io sto con i ragazzi”, fino a chi ha condiviso foto o si è firmato come Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin.

Questa dinamica digitale ha contribuito a generare ulteriore disagio tra le vittime e l’intera comunità studentesca, trasformando un episodio già grave in un fenomeno virale che mina la percezione di sicurezza e rispetto all’interno degli istituti.

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