Manifestazioni studentesche in supporto di Gaza: occupazioni negli istituti dal Nord al Sud

Manifestazioni studentesche in supporto di Gaza: occupazioni negli istituti dal Nord al Sud

Le mobilitazioni studentesche in Italia esprimono solidarietà verso Gaza, con occupazioni e autogestioni negli istituti coinvolti.
Manifestazioni studentesche in supporto di Gaza: occupazioni negli istituti dal Nord al Sud
Le mobilitazioni studentesche in Italia esprimono solidarietà verso Gaza, con occupazioni e autogestioni negli istituti coinvolti.

Le mobilitazioni studentesche stanno attraversando l’Italia da nord a sud, coinvolgendo istituti di ogni ordine e grado in un’ondata di solidarietà verso la popolazione di Gaza. La generazione zeta assume un ruolo protagonista nell’organizzazione di occupazioni e autogestioni, trasformando gli spazi scolastici in luoghi di confronto democratico e di sostegno alla Global Sumud Flotilla.

Gli studenti utilizzano le proprie scuole come arena di espressione politica, dimostrando una partecipazione attiva che va oltre la semplice protesta per costruire momenti concreti di solidarietà internazionale.

Le occupazioni degli istituti a Torino

La mobilitazione torinese ha registrato una crescita significativa dopo le prime occupazioni degli istituti Gioberti, Primo ed Einstein. Il movimento si è esteso rapidamente ad altri otto licei: Berti, Alfieri, D’Azeglio, Regina Margherita, Giulio, Convitto nazionale, Giordano Bruno e Santorre di Santarosa.

Al liceo Berti gli studenti hanno organizzato diversi momenti formativi distribuiti negli spazi scolastici. L’aula magna ha ospitato un incontro dedicato al boicottaggio accademico, mentre in palestra si sono svolti dibattiti sul femminismo. Ai piani superiori è stato allestito un cineforum con la proiezione de La strada dei Samouni, documentario del 2018 che racconta la storia di una famiglia gazawi colpita dagli attacchi israeliani.

La partecipazione studentesca ha raggiunto numeri considerevoli: oltre 1.000 studenti su un totale di 1.500 iscritti hanno aderito alle iniziative di mobilitazione, dimostrando un coinvolgimento trasversale della comunità scolastica nella causa palestinese.

Le assemblee e i laboratori di autogestione

Le iniziative autogestite hanno trasformato gli spazi scolastici in luoghi di confronto e partecipazione attiva. Al Regina Margherita e al Carlo Ignazio Giulio, circa 300 studenti hanno organizzato assemblee straordinarie nel cortile comune, ottenendo il supporto della dirigenza per utilizzare ulteriori spazi interni.

I laboratori pratici hanno caratterizzato molte occupazioni: al liceo Alfieri, oltre 450 studenti hanno partecipato a un laboratorio di cucina palestinese e incontri di approfondimento culturale. Parallelamente sono state avviate raccolte fondi destinate a organizzazioni umanitarie e famiglie di Gaza, dimostrando la volontà di trasformare la protesta in solidarietà concreta.

Le dichiarazioni degli studenti evidenziano la dimensione formativa del movimento: “La scuola dovrebbe insegnare a fare politica“, sostiene una studentessa, mentre il collettivo del Regina Margherita sottolinea che “la manifestazione e la resistenza sociale sono strumenti per cambiare effettivamente le cose“.

Le estensioni della mobilitazione a Roma

Nella Capitale la protesta ha acquisito nuovo slancio dopo la liberazione degli istituti Rossellini, Cavour e Socrate. Lunedì 6 ottobre sono stati occupati il Kant di piazza Zambeccari e il Tullio Levi-Civita di via Torre Annunziata, seguiti dal Plinio Seniore.

Davanti al Kant, fumogeni e bandiere palestinesi hanno caratterizzato l’esposizione dello striscione “Kant okkupato”. Il collettivo studentesco ha organizzato una cena sociale con dj set aperta al quartiere, dimostrando l’apertura verso la comunità locale.

Al Levi-Civita, supportati dal collettivo Osa, gli studenti hanno rilasciato dichiarazioni dirette: “Blocchiamo tutto anche nelle scuole, al fianco della resistenza palestinese“. Le richieste si concentrano sulla rottura degli accordi governativi con Israele e sul reindirizzamento dei fondi dalla guerra all’istruzione.

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti