Maturità 2026, bonus ridotti a 3 punti: i requisiti e il ruolo decisivo dell'unanimità della commissione

Maturità 2026, bonus ridotti a 3 punti: i requisiti e il ruolo decisivo dell'unanimità della commissione

Alla Maturità 2026 i punti bonus scendono da 5 a 3. Per ottenerli serve un punteggio minimo di 90 e l'unanimità della commissione d'esame.
Maturità 2026, bonus ridotti a 3 punti: i requisiti e il ruolo decisivo dell'unanimità della commissione

La Maturità 2026 introduce un cambiamento significativo nel sistema di valutazione finale: i punti bonus passano da un massimo di 5 a un massimo di 3. Questa riduzione modifica concretamente il margine di miglioramento disponibile per i candidati che aspirano a incrementare il voto conclusivo dell’esame di Stato.

Il nuovo limite restringe le possibilità di integrazione al punteggio, rendendo più determinanti i risultati ottenuti nelle prove scritte, nel colloquio orale e soprattutto i crediti scolastici accumulati durante il triennio.

Con soli 3 punti a disposizione invece di 5, anche gli studenti più meritevoli dovranno concentrarsi maggiormente sulla performance complessiva dell’intero percorso scolastico.

È fondamentale comprendere che i punti bonus rappresentano un’integrazione facoltativa al punteggio finale, non una compensazione automatica. Non sostituiscono né bilanciano risultati insufficienti nelle prove d’esame o carenze nei crediti: costituiscono piuttosto un riconoscimento aggiuntivo per chi ha già dimostrato un profilo di eccellenza.

La riduzione del bonus valorizza ulteriormente l’importanza di mantenere un rendimento elevato e costante durante tutto il percorso di studi.

Il requisito dei 90 punti: come si compone il punteggio

Per accedere ai 3 punti bonus alla Maturità 2026, il candidato deve raggiungere almeno 90 punti complessivi, sommando i risultati delle prove d’esame e i crediti scolastici accumulati nel triennio. Si tratta di un requisito imprescindibile, che richiede un’eccellenza distribuita su tutto il percorso.

Il punteggio totale si compone di quattro elementi: la prima prova scritta vale fino a 20 punti, la seconda prova altrettanto, il colloquio orale può arrivare a 20 punti e i crediti scolastici possono contribuire fino a un massimo di 40 punti. Quest’ultima componente riflette il rendimento dell’intero triennio e rappresenta quasi la metà del punteggio disponibile.

Un aspetto fondamentale riguarda il voto in condotta: solo chi consegue almeno 9 in condotta ogni anno può ambire al massimo dei crediti scolastici annuali. La condotta diventa quindi un fattore decisivo non solo per il profilo complessivo dello studente, ma anche per costruire la base numerica necessaria ad accedere al bonus, confermando che la Maturità premia chi eccelle sia nello studio che nel comportamento.

La decisione della commissione: attribuzione all’unanimità

L’assegnazione dei 3 punti bonus alla Maturità 2026 non avviene in modo automatico: la decisione finale spetta alla commissione d’esame, che deve esprimersi all’unanimità. Questo significa che ogni membro della commissione deve concordare sul fatto che il candidato meriti effettivamente il riconoscimento, conferendo al processo un carattere di valutazione condivisa e quanto più possibile oggettiva.

Il requisito dell’unanimità garantisce che il bonus venga attribuito solo a quegli studenti la cui performance complessiva risulti davvero eccellente, non limitandosi al semplice superamento della soglia dei 90 punti. La commissione valuta l’intero percorso del candidato, considerando sia i risultati delle prove d’esame sia il rendimento scolastico degli ultimi anni, prima di procedere all’eventuale attribuzione dei punti aggiuntivi.

Le strategie per ottenere il bonus: rendimento, condotta e prove

Per ambire ai 3 punti bonus, serve un approccio pianificato e costante. Il primo passo è mantenere un rendimento elevato durante tutti gli anni delle superiori: i crediti scolastici, che valgono fino a 40 punti, si accumulano progressivamente e rappresentano la base indispensabile per raggiungere i 90 punti complessivi.

Curare il voto in condotta è altrettanto strategico, dal momento che solo con almeno 9 in condotta si può puntare al massimo dei crediti annuali.

La preparazione agli scritti e all’orale costituisce il secondo pilastro: le prove d’esame valgono complessivamente fino a 60 punti (20 per ciascuna prova) e determinano in larga parte il superamento della soglia. Studiare con metodo, esercitarsi sulle tipologie di traccia e simulare il colloquio sono azioni concrete per consolidare il punteggio.

Ricordate che il bonus non è automatico: la commissione valuta l’insieme del percorso e riconosce i punti solo a chi dimostra un profilo eccellente sotto tutti gli aspetti. Concentrarsi su crediti, prove e condotta massimizza le possibilità di ottenere il riconoscimento.

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