Mense scolastiche, costi sempre più alti: il dettaglio delle regioni

Mense scolastiche, costi sempre più alti: il dettaglio delle regioni

Le mense scolastiche rappresentano un costo significativo per le famiglie italiane, con tariffe in costante aumento creando difficoltà economiche.
Mense scolastiche, costi sempre più alti: il dettaglio delle regioni

Le mense scolastiche rappresentano un costo sempre più significativo per le famiglie italiane, con tariffe in costante aumento che creano difficoltà economiche, specialmente per i genitori con figli che frequentano scuole a tempo prolungato o con rientri pomeridiani. La recente indagine per l’anno scolastico 2023/2024 offre un quadro preoccupante della situazione, rivelando disparità territoriali marcate.

Lo studio ha considerato come parametro una famiglia tipo di tre persone (due genitori e un figlio) con un reddito lordo annuo di 44.200 euro e un Isee di 19.900 euro, calcolando una frequenza standard di 20 giorni mensili per nove mesi complessivi, escludendo eventuali quote aggiuntive richieste dalle scuole.

La ricerca svela il divario tariffario fra regioni

L’VIII Indagine sulle mense scolastiche condotta da Cittadinanzattiva ha mappato i costi in tutti i capoluoghi di provincia italiani, escludendo Trento e Bolzano che utilizzano parametri diversi dall’Isee per determinare le tariffe. I risultati mostrano un panorama fortemente disomogeneo.

L’Emilia Romagna emerge come la regione più onerosa con una media di 108 euro mensili, mentre la Sardegna si conferma la più accessibile, richiedendo 61 euro per l’infanzia e 64 per la primaria. Rispetto all’anno precedente, gli aumenti medi nazionali si attestano intorno all’1%, ma con variazioni significative: la Sicilia registra l’impennata più marcata (+13% per l’infanzia, oltre +8% per la primaria), mentre la Basilicata mostra una controtendenza virtuosa con una riduzione del 6%.

A livello di capoluoghi, Barletta offre il pasto singolo più economico (2 euro), mentre Torino (6,60 euro all’infanzia), Livorno e Trapani (6,40 euro alla primaria) presentano le tariffe più elevate.

Le disparità territoriali: Nord e Sud divisi dal servizio mensa

L’analisi dell’Anagrafe nazionale rivela una realtà preoccupante con solo una scuola su tre (13.865 su 40.133 edifici) dotata di mensa scolastica. La distribuzione geografica evidenzia un profondo divario: mentre al Nord il 43,1% delle scuole offre il servizio mensa, al Centro la percentuale si attesta al 41,2%, precipitando drasticamente al Sud e nelle Isole dove appena il 22% e 21% delle strutture garantisce questo servizio.

I casi più critici si registrano in Campania (15,6%) e Sicilia (13,7%), in netto contrasto con Valle d’Aosta (72%), Piemonte (62,4%) e Toscana (59,6%). Nonostante i fondi destinati alle mense scolastiche avrebbero dovuto privilegiare il Meridione con il 58% dei progetti, le regioni del Sud hanno ricevuto solo il 50,88% degli interventi.

Dei 961 interventi finanziati, appena 516 (54%) sono stati dedicati alla creazione di nuove mense, con solo 228 progetti destinati al Sud, perpetuando così lo squilibrio territoriale nell’accesso a questo fondamentale servizio educativo.

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