L’istituto comprensivo “Simona Giorgi” di Milano diventa la prima scuola statale italiana ad aderire alla sperimentazione nazionale del Modello Organizzativo Finlandese (Mof). La novità, presentata durante gli open day di questi giorni, partirà ufficialmente da settembre e coinvolgerà sia la scuola primaria sia la secondaria di primo grado.
L’obiettivo dichiarato dalla dirigenza è ridurre lo stress degli studenti, migliorare l’efficacia dell’apprendimento e collocare al centro del progetto educativo il benessere e l’empatia. La sperimentazione rappresenta un unicum nel panorama scolastico pubblico italiano e suscita curiosità tra famiglie e addetti ai lavori per la portata innovativa dell’iniziativa.
La cornice pedagogica: benessere ed empatia
Il Modello Organizzativo Finlandese affonda le radici nello studio della didattica scandinava, riconosciuta a livello internazionale come una delle migliori avanguardie educative. La dirigente dell’istituto milanese spiega che “lavorando sull’empatia quotidianamente si educano gli studenti all’acquisizione di tutte le competenze utili per la vita affettiva, lavorativa e sociale”.
Questo approccio pone al centro non soltanto l’acquisizione di conoscenze, ma la crescita armoniosa della persona.
Per garantire l’efficacia della sperimentazione, cinquanta insegnanti dell’istituto hanno già completato la formazione specifica sul nuovo metodo. Un investimento che punta a consolidare le competenze professionali necessarie per gestire aule in cui l’empatia diventa strumento didattico quotidiano e il benessere dello studente costituisce la bussola di ogni scelta pedagogica.
La compattazione oraria e l’addio al salto tra materie
Il fulcro del Mof è la compattazione oraria: lo studente viene immerso per un tempo prolungato in un unico modulo didattico, che abbraccia un’intera area disciplinare — umanistica o logico-matematica — attraverso attività diversificate. “L’obiettivo è immergere lo studente per un tempo adeguato e con diverse attività in un modulo che appartiene a una sola area”, spiega la dirigente.
Si supera così l’orario tradizionale che alterna materie diverse a ogni ora (ad esempio: prima ora geografia, seconda tecnologia, terza inglese, quarta scienze). Il nuovo impianto elimina i continui “salti” tra discipline, assicurando continuità tematica e metodologica all’interno della stessa cornice disciplinare.
Questo approccio punta a favorire concentrazione e profondità, riducendo la frammentazione cognitiva legata ai cambi di argomento. Il tempo compattato consente allo studente di costruire competenze in modo più organico, limitando il carico di stress derivante dalla dispersione attentiva.
La didattica attiva: meno lezione frontale, più laboratorio
Il modello finlandese prevede una riduzione significativa della lezione frontale: le spiegazioni dei docenti si limitano a circa dieci minuti, lasciando la maggior parte del tempo alle attività in cui lo studente diventa protagonista attivo. Dopo la breve introduzione teorica, la classe si dedica a lavori di gruppo, cooperative learning, dibattiti e altre metodologie che stimolano partecipazione e confronto.
Un ruolo centrale è affidato al Writing and Reading Workshop, laboratorio di scrittura e lettura già utilizzato dall’istituto per contrastare la disaffezione dei ragazzi verso la lettura e la scrittura. Questa pratica permette agli studenti di sperimentare direttamente con i testi, migliorando le competenze linguistiche attraverso l’esperienza diretta.
La sperimentazione si avvale anche del supporto tecnologico: grazie ai fondi Pnrr, la scuola ha acquistato carrelli portatili con tablet e dispositivi digitali da utilizzare in classe sotto la supervisione dei docenti, integrando strumenti digitali nelle attività didattiche quotidiane.
Lo stop ai compiti e l’organizzazione del tempo scuola
Con il metodo finlandese, l’istituto elimina quasi del tutto i compiti a casa. L’impegno scolastico si concentra nell’orario di lezione per lasciare agli studenti tempo libero nel pomeriggio e alla sera.
La struttura attuale della scuola facilita questa scelta: alla primaria sono già previste 40 ore settimanali, alla secondaria di primo grado il tempo prolungato, e l’offerta formativa include corsi pomeridiani post lezioni. Questo assetto permette di svolgere in aula attività che tradizionalmente venivano assegnate per casa.
“Questo metodo pensa a una scuola che si fa molto a scuola”, spiega la dirigente, sottolineando che l’approccio favorisce l’autonomia degli studenti e la collaborazione tra loro, competenze che si sviluppano lavorando insieme nel tempo scolastico anziché individualmente a casa.