La Commissione Europea ha ufficialmente messo in mora il Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’abuso sistematico di contratti a termine nel comparto scuola. L’annuncio è arrivato dalla FLC CGIL tramite la segretaria generale Gianna Fracassi, durante l’informativa sindacale del 7 ottobre 2023.
Bruxelles contesta al Governo italiano la violazione delle norme europee sul lavoro, criticando la scelta di coprire i posti vacanti con supplenze annuali invece di assunzioni a tempo indeterminato. I numeri evidenziano una situazione critica: 182 mila docenti precari, di cui 121 mila su posti di sostegno, mentre oltre 23 mila cattedre restano scoperte nonostante due concorsi PNRR conclusi.
Il precariato nel comparto scuola
Il sistema scolastico italiano si trova ad affrontare una crisi strutturale legata al ricorso sistematico ai contratti a termine. I dati della FLC CGIL evidenziano 182 mila docenti precari, di cui 121 mila impegnati nel sostegno, mentre oltre 23 mila cattedre rimangono scoperte nonostante l’espletamento di due concorsi PNRR.
La situazione risulta particolarmente critica per il personale ATA, dove oltre il 30% opera con contratti a termine. Questa precarietà compromette la continuità didattica e la qualità del servizio educativo, penalizzando tanto gli studenti quanto i lavoratori.
L’instabilità contrattuale impedisce la formazione di rapporti educativi solidi e compromette l’efficacia degli interventi specialistici, specialmente nell’ambito del sostegno agli alunni con disabilità.
Le richieste sindacali e i piani per la stabilizzazione
La FLC CGIL ha delineato un piano articolato per affrontare l’emergenza precariato, ponendo al centro la stabilizzazione immediata dei lavoratori che attendono da anni un contratto a tempo indeterminato. Le proposte sindacali includono un piano straordinario di immissioni in ruolo e l’assunzione di tutti gli idonei dei concorsi già conclusi.
Tra le misure prioritarie figura la stabilizzazione dei posti in deroga sul sostegno e la proroga delle assunzioni da GPS, accompagnate dalla revisione dei parametri dell’organico ATA, definiti dal sindacato “vecchi di un secolo”.
Fracassi ha respinto categoricamente la proposta di riforma del reclutamento avanzata dal ministro Valditara, sottolineando che “serve prima di tutto la stabilizzazione“.
Il sindacato ha annunciato una battaglia su più fronti per tutelare chi “tiene in piedi la scuola italiana“, promettendo azioni in sede politica, sindacale e giudiziaria.