Il caso riguarda un bambino di dieci anni residente a Ferrara, segnalato dalle proprie insegnanti per comportamenti anomali manifestati durante le ore scolastiche. Le maestre hanno documentato episodi di nervosismo e agitazione ricorrenti, accompagnati da stati di confusione e difficoltà cognitive che hanno destato preoccupazione nel corpo docente.
L’elemento più significativo emerso dalle osservazioni è stato il forte odore di fumo rilevato costantemente sui vestiti del minore e all’interno del suo zaino scolastico. Questa anomalia olfattiva, combinata con i disturbi comportamentali, ha spinto le educatrici a formalizzare la segnalazione presso le autorità competenti.
Le irregolarità comportamentali riscontrate in ambiente scolastico hanno quindi innescato l’attivazione di un protocollo di accertamenti mirati, volti a verificare l’eventuale esposizione del minore a sostanze nocive.
I risultati degli accertamenti e le implicazioni
Il protocollo di verifica ha previsto l’utilizzo del test del capello, metodologia analitica considerata altamente affidabile per rilevare l’esposizione a sostanze stupefacenti in un arco temporale esteso. Questa tecnica permette di identificare tracce di droghe fino a 90 giorni precedenti il prelievo, fornendo un quadro preciso dell’eventuale contatto con le sostanze.
I risultati hanno evidenziato valori specifici: 1,436 nanogrammi di cocaina per milligrammo e 0,172 di benzoilecgonina, metabolita principale della cocaina che indica l’avvenuta esposizione alla sostanza. La benzoilecgonina rappresenta il prodotto di degradazione della cocaina nell’organismo e costituisce un indicatore tecnico fondamentale per confermare il contatto con la droga.
L’approccio tecnico risulta cruciale per una corretta interpretazione degli esiti: i valori rilevati suggeriscono un’esposizione indiretta, probabilmente attraverso inalazione passiva in ambiente contaminato, piuttosto che un consumo diretto della sostanza da parte del minore.
La denuncia familiare e la reazione dell’ordine pubblico
Il padre del minore, venuto a conoscenza dei risultati degli accertamenti, ha immediatamente presentato un primo esposto presso i Carabinieri, seguito da una formale denuncia-querela contro l’ex moglie. Le ipotesi di reato configurate spaziano dal maltrattamento in famiglia alla violazione degli obblighi di assistenza familiare, considerando che il bambino risultava affidato alla madre.
Secondo la ricostruzione emersa, il minore sarebbe stato esposto al fumo di cocaina attraverso inalazione passiva in ambiente domestico, dove la sostanza stupefacente veniva presumibilmente consumata. La situazione ha richiesto l’intervento immediato delle forze dell’ordine e l’attivazione dei servizi sociali competenti.
L’avvocato del padre ha dichiarato: “Il mio assistito è sconvolto e sta cercando di trovare una soluzione a questa positività. Abbiamo già allertato i servizi sociali e spero che tutto si risolva in breve tempo per il bene del minore, che rappresenta l’unica questione prioritaria”.