Università inglesi accusate: messo in black list capolavori - Studentville

Università inglesi accusate di avere messo nella black list capolavori letterari

Le università inglesi hanno messo avvisi di trigger su oltre 1.000 libri tra i quali numerosi capolavori letterari di Shakespeare, Austen e Dickens.
Università inglesi accusate di avere messo nella black list capolavori letterari

Diverse università inglesi sono finite nel mirino delle polemiche per avere escluso dalla lista dei libri universitari opere scritte da autori del calibro di William Shakespeare, Jane Austen, Charlotte Brontë, Charles Dickens in quanto testi «pericolosi». Almeno dieci atenei li hanno infatti depennati della lista delle letture consigliate dei corsi di letteratura o, al massimo, li hanno resi facoltativi per via del loro contenuto che, a quanto le stesse università ritengono, sarebbe troppo emotivo per determinati studenti, i più sensibili.

Università inglesi accusate di avere messo nella black list capolavori letterari

Università inglesi accusate

Secondo quanto riportato sul “The Times” , il romanzo di Colson Whitehead The Underground Railroad, opera che ha vinto il Premio Pulitzer 2017 per la narrativa, è stato “rimosso definitivamente” dall’Essex University a causa delle preoccupazioni che avrebbe potuto comportare per via delle sue rappresentazioni grafiche della schiavitù. Daina Ramey Berry, esperta di schiavitù presso l’Università della California, ha dichiarato al Times in proposito:

“Ci sono persone reali che hanno fatto queste cose brutali. È importante che le persone sappiano che è successo e che quelle persone sono esistite.’

Ma non è il solo argomento considerato “delicato” per il suo contenuto: la stessa opera teatrale Miss Julie dello scrittore svedese August Strindberg è stata eliminata dalla lista della Sussex University. Il motivo? Contiene delle riflessioni sul suicidio. Secondo la stessa università si tratterebbe di una decisione presa a seguito delle lamentele degli studenti, i quali avevano sottolineato i potenziali “effetti psicologici” ed “emotivi” del materiale.

Questo è quanto è emerso dall’indagine condotta dal The Times: i rettori delle università sono stati accusati per aver rimosso più di 1.000 testi a causa del loro contenuto “impegnativo”. Secondo il quotidiano si tratterebbe di un “fenomeno corrosivo”. Inoltre, se veramente gli allievi sono sensibili a tale tipologia di contenuti, allora dovrebbero essere informati che, probabilmente, l’università non è il posto adatto a loro.

La risposta delle università

Ovviamente non sono mancati i commenti sul web contro tale pratica. Trevor Phillips, in particolare, presidente dell’Index on Censorship, un gruppo contro la censura, ha affermato che ritirare i testi sulle descrizioni della schiavitù sia “profondamente razzista”.

Ma cosa dicono le università a riguardo? Caroline Dodds Pennock, storica inglesa, ha accusato il Times di aver dato vita ad un’esagerazione “imbarazzante” della situazione nelle università britanniche. Sottolineando tramite un tweet come le università abbiano rimosso due soli libri in tutto il paese.

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