La Sicilia si fa pioniera nella regolamentazione digitale per i più giovani. Lo scorso 12 febbraio, l’assemblea regionale siciliana ha approvato all’unanimità una legge che introduce stringenti limitazioni all’utilizzo dei dispositivi elettronici da parte dei minorenni. Il provvedimento, volto a tutelare la salute psico-fisica di bambini e adolescenti, stabilisce divieti specifici per fasce d’età e contesti educativi.
I dettagli della nuova normativa
La legge approvata dall’assemblea regionale siciliana vieta l’uso di tablet, smartphone e videogiochi ai bambini fino ai sei anni di età. Per i minori dai sei anni in poi, vengono imposti limiti orari giornalieri per l’utilizzo di questi dispositivi, che dovranno comunque essere sempre sotto la supervisione di un adulto fino all’inizio dell’adolescenza.
L’avvocato Giuliano De Luca, esperto di diritto delle nuove tecnologie, pur evidenziando l’importanza di una disciplina digitale, ha sollevato numerosi dubbi sulla normativa, sottolineando come non sia chiaro se i computer portatili rientrino nella normativa, e che le competenze informatiche sono comunque molto rilevanti per l’educazione di oggi.
“Ancora più discutibile – ha aggiunto l’avvocato – è l’obbligo di segnalare le violazioni all’autorità giudiziaria. L’idea che un vicino di tavolo in un ristorante possa denunciare un genitore perché il figlio gioca con un telefono appare quantomeno surreale”.
Le sanzioni previste
La legge prevede sanzioni pecuniarie fino a 500 euro per chi non fa rispettare i divieti stabiliti. L’obiettivo principale del ddl, proposto dal deputato Carlo Gilistro del Movimento 5 Stelle, è tutelare la salute psico-fisica dei minori dall’uso eccessivo dei dispositivi digitali.
Un emendamento aggiuntivo, presentato da Mario Giambona, vice capogruppo del PD, estende inoltre il divieto anche nelle scuole medie e superiori durante le attività didattiche.
Le implicazioni per il contesto scolastico
La nuova normativa siciliana estende significativamente le restrizioni anche all’ambito scolastico. Grazie all’emendamento proposto dal vice capogruppo del Partito Democratico Mario Giambona, il divieto di utilizzo dei dispositivi elettronici viene applicato non solo nelle scuole primarie, ma anche nelle scuole medie e superiori durante tutte le ore didattiche.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha decretato il bando totale dei cellulari nelle classi delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, persino per finalità educative e didattiche, a partire dall’anno scolastico 2024/2025. L’implementazione di queste restrizioni potrebbe trasformare radicalmente l’ambiente di apprendimento, favorendo una maggiore concentrazione degli studenti e incoraggiando forme di interazione più dirette e personali tra compagni di classe e con i docenti.
Il dibattito in corso
L’introduzione della normativa siciliana ha quindi acceso un dibattito vivace tra genitori e insegnanti. Molti genitori apprezzano il supporto legislativo che rafforza regole già tentate in famiglia, mentre altri sollevano preoccupazioni sulla reale applicabilità delle restrizioni nella vita quotidiana.
Il corpo docente si divide tra chi vede la norma come un alleato contro la distrazione in classe e chi teme di dover assumere un ulteriore ruolo di controllo. La sfida principale resta l’equilibrio tra il rispetto della legge e la costruzione di un’educazione digitale consapevole.
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