Parità di genere, il piano di UN Women Italy: occupazione femminile al 70%, asili nido al 50% ed educazione all'affettività

Parità di genere, il piano di UN Women Italy: occupazione femminile al 70%, asili nido al 50% ed educazione all'affettività

UN Women Italy presenta un piano articolato su tre priorità: indipendenza economica delle donne, infrastrutture per la genitorialità e trasformazione culturale.
Parità di genere, il piano di UN Women Italy: occupazione femminile al 70%, asili nido al 50% ed educazione all'affettività

Il primo rapporto del comitato scientifico di UN Women Italy definisce un impianto di intervento articolato su tre priorità: indipendenza economica delle donne, infrastrutture a supporto della genitorialità e trasformazione culturale. L’approccio proposto è integrato, perché le politiche del lavoro, i servizi per l’infanzia e l’educazione sono considerati leve interdipendenti, non isolate.

La trasformazione culturale, in particolare, viene identificata come condizione necessaria per rendere sostenibili e durature le altre due direttrici. In questo quadro, la scuola assume un ruolo centrale: è indicata come il luogo da cui avviare il cambiamento, perché è lì che si formano i codici relazionali e si costruiscono le rappresentazioni di genere fin dall’infanzia.

La prevenzione in classe: educazione all’affettività e coinvolgimento degli uomini

Il rapporto propone l’introduzione di percorsi sistematici di prevenzione e di educazione all’affettività nelle scuole, configurandoli come misura strutturale di contrasto alla violenza di genere. L’obiettivo dichiarato non si limita alla trasmissione di informazioni o all’aumento della consapevolezza: si tratta di intervenire sui codici culturali che regolano le relazioni fin dall’infanzia, agendo sugli schemi comportamentali prima che si consolidino.

L’educazione all’affettività viene presentata come un’azione formativa che mira a sviluppare competenze relazionali basate sul rispetto, sull’ascolto e sulla parità, creando un clima scolastico più consapevole e attento alle dinamiche di genere.

Il documento sottolinea esplicitamente che il cambiamento culturale deve coinvolgere gli uomini come alleati delle donne, riconoscendo che la trasformazione passa attraverso il superamento condiviso di stereotipi e modelli relazionali che penalizzano entrambi i generi.

L’occupazione femminile: dati su divari e fragilità

Il tasso di occupazione femminile in Italia si ferma al 53%, con un divario di 18 punti percentuali rispetto a quello maschile. Un dato che restituisce la fotografia di un mercato del lavoro ancora fortemente sbilanciato, dove le donne incontrano ostacoli strutturali all’ingresso e alla permanenza.

Il part-time è spesso subito, non scelto, e le carriere appaiono più fragili e discontinue rispetto a quelle degli uomini.

A pesare è anche la scarsa presenza femminile nei percorsi tecnico-scientifici: solo il 16,8% delle laureate si orienta verso le discipline Stem, limitando così l’accesso a settori strategici e meglio remunerati. Questa mancanza di equilibrio si traduce in minori opportunità di crescita professionale e in una dipendenza economica che ostacola l’autonomia.

Il Global Gender Gap Report 2025 colloca l’Italia all’85° posto nella classifica globale sulla parità di genere, un posizionamento che evidenzia quanto il percorso verso l’uguaglianza sostanziale sia ancora lungo e complesso, soprattutto per chi si affaccia oggi al mondo del lavoro.

Le misure proposte: obiettivi su lavoro, congedi e servizi per l’infanzia

Il rapporto di UN Women Italy delinea una serie di obiettivi quantificati e scadenze precise per intervenire sulla condizione lavorativa delle donne. L’occupazione femminile dovrà raggiungere il 70% attraverso politiche attive e mirate, mentre il divario salariale tra uomini e donne dovrà essere azzerato.

Sul fronte dei servizi per l’infanzia, il piano prevede che almeno il 50% dei bambini possa accedere agli asili nido entro cinque anni, una misura considerata essenziale per conciliare genitorialità e carriera. Entro il 2028, inoltre, il congedo di paternità obbligatorio dovrà estendersi a tre mesi, coinvolgendo così gli uomini nella cura dei figli fin dai primi mesi di vita.

Il documento integra queste azioni con misure di flessibilità organizzativa del lavoro e sostegno all’imprenditorialità femminile, ma insiste soprattutto sulla necessità di rimuovere gli ostacoli culturali che ancora oggi limitano l’autonomia economica delle donne. Le proposte sono pensate come leve interdipendenti: l’accesso ai servizi per l’infanzia rende possibile la continuità lavorativa, il congedo condiviso riequilibra i carichi familiari, l’eliminazione del divario salariale rafforza la stabilità economica.

L’insieme di queste misure mira a costruire percorsi professionali più solidi e autonomi per le donne.

Le implicazioni per studenti e scuole: punti di attenzione operativi

Per le scuole significa attivare percorsi sistematici e continuativi di educazione all’affettività fin dall’infanzia, interventi che richiedono tempo, risorse e formazione docenti. L’obiettivo è lavorare sui codici culturali che strutturano le relazioni, coinvolgendo ragazzi e ragazze in un processo di consapevolezza condivisa.

Il cambiamento culturale proposto dal rapporto passa anche dalle scelte formative: la scarsa presenza femminile nelle discipline Stem riflette stereotipi ancora radicati. Ampliare gli orizzonti attraverso orientamento consapevole e libero da pregiudizi può favorire percorsi più solidi e autonomi.

I benefici attesi riguardano clima scolastico, prevenzione della violenza e decisioni future meno condizionate da aspettative di genere.

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