Il dibattito sull’ampliamento del potere sanzionatorio dei dirigenti scolastici si riaccende con rinnovata intensità. Al centro della discussione emerge l’ipotesi di estendere da 10 a 30 giorni la facoltà di sospensione dei docenti, proposta successivamente smentita dal Presidente ARAN, Naddeo.
L’Associazione Nazionale Docenti respinge categoricamente ogni modifica normativa in tal senso, denunciando una pericolosa deriva autoritaria che compromette l’equilibrio democratico del sistema scolastico e la professionalità docente.
Il quadro normativo della disciplina scolastica
Il Testo Unico delle leggi sulla scuola stabilisce competenze e procedure precise in materia disciplinare, mantenendo validità nonostante riforme successive come la legge Madia.
La Corte di Cassazione ha ribadito attraverso consolidata giurisprudenza che i procedimenti disciplinari richiedono gestione da parte di autorità terze, nel rispetto del principio di legalità e con competenze predefinite. Questo framework normativo impedisce concentrazioni arbitrarie di potere sanzionatorio.
Il rischio di arbitrio e asimmetria procedurale
L’ampliamento dei poteri sanzionatori dei dirigenti presenta criticità significative legate alla concentrazione decisionale. Affidare al dirigente scolastico la facoltà di sospendere docenti fino a trenta giorni comporterebbe l’accentramento di funzioni che dovrebbero rimanere separate secondo i principi di terzietà.
Emerge inoltre una problematica asimmetria procedurale: mentre i dirigenti possono avvalersi dell’Avvocatura dello Stato per la difesa legale, i docenti sostengono autonomamente i costi processuali, creando uno squilibrio sostanziale nelle tutele disponibili durante eventuali contenziosi disciplinari.
La proposta di governance partecipata
L’Associazione Nazionale Docenti propone l’istituzione di un Consiglio Superiore della Docenza, organismo terzo e indipendente incaricato di gestire il sistema disciplinare e di valutazione professionale dei docenti. Questa soluzione mira a garantire procedure più equilibrate e trasparenti, sottraendo al dirigente scolastico poteri eccessivamente concentrati.
L’AND rilancia inoltre l’idea di rendere elettiva la figura del dirigente scolastico, restituendo alla comunità scolastica un controllo diretto sulla leadership educativa e gestionale per una governance basata su rappresentanza e corresponsabilità.