Professore sospeso per dicerie studentesche: smentite e retrospettiva giudiziaria

Professore sospeso per dicerie studentesche: smentite e retrospettiva giudiziaria

La vicenda ha origine nel particolare clima scolastico emerso dopo l'emergenza Covid, quando la classe in questione manifestava evidenti difficoltà.
Professore sospeso per dicerie studentesche: smentite e retrospettiva giudiziaria

La vicenda ha origine nel particolare clima scolastico emerso dopo l’emergenza Covid, quando la classe in questione manifestava evidenti difficoltà e lacune sul piano didattico, eredità diretta della didattica a distanza. In questo contesto complesso, il corpo docente aveva adottato un approccio di indulgenza e condiscendenza verso gli studenti, tollerando ritardi nell’esecuzione dei compiti e nello studio.

Tuttavia, un solo professore manteneva un atteggiamento rigoroso e professionale, in linea con l’ordinaria conduzione delle attività didattiche, venendo però percepito dagli alunni come eccessivamente severo e diventando bersaglio delle loro lamentele.

I dettagli del procedimento disciplinare

Al docente sono state formalmente contestate diverse violazioni disciplinari, tra cui l’utilizzo di un linguaggio non consono all’ambiente scolastico e l’impiego di termini dispregiativi e volgari come “ebreo, handicappato, nero, omosessuale, privo di figura paterna”.

L’amministrazione scolastica ha avviato il procedimento disciplinare basandosi principalmente sulla segnalazione di uno studente, senza però verificare accuratamente il contesto in cui tali espressioni erano state pronunciate. La scuola ha fatto da cassa di risonanza alla sproporzionata amplificazione dei fatti orchestrata dagli studenti, portando alla decisione di sospendere il professore dal servizio e dallo stipendio, una sanzione severa che ha compromesso sia la carriera che la situazione economica del docente.

La raccolta delle testimonianze e la retromarcia

Durante il procedimento giudiziario sono emerse testimonianze decisive che hanno ribaltato completamente la ricostruzione iniziale dei fatti. Lo stesso studente che aveva dato avvio alle segnalazioni contro il docente ha ritrattato le proprie affermazioni durante l’udienza, chiarendo che le parole contestate non erano state pronunciate con intenti offensivi, ma all’interno di discorsi educativi volti a sensibilizzare la classe sui temi della discriminazione.

I colleghi del professore hanno fornito testimonianze unanimi sulla sua correttezza professionale, descrivendolo come esigente ma rispettoso, completamente estraneo a condotte verbali violente. È inoltre emerso che lo stesso docente si era attivato per difendere uno studente vittima di bullismo, fatto che conferma la sua effettiva sensibilità verso le problematiche discriminatorie.

La decisione giudiziaria e la condanna dell’amministrazione

Il tribunale di Grosseto ha emesso una sentenza che ribalta completamente la versione dei fatti sostenuta dall’amministrazione scolastica. Il giudice ha dichiarato illegittima la sanzione disciplinare inflitta al docente, riconoscendo che le accuse erano infondate e basate su testimonianze manipolate.

La sentenza ha evidenziato come le azioni del professore fossero prive di qualsiasi “disvalore”, sottolineando anzi il suo impegno nella difesa degli studenti più fragili. L’amministrazione scolastica è stata condannata al pagamento delle spese processuali, per un ammontare di circa 5 mila euro, quale conseguenza della sconfitta giudiziaria. La decisione rappresenta un precedente significativo per la tutela dei diritti dei docenti vittime di false accuse.

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