L’analisi condotta su quattro regioni chiave rivela significative differenze territoriali nella scelta delle scuole paritarie. In Lombardia, gli studenti iscritti alle paritarie rappresentano il 10,5% del totale, mentre nel Lazio la percentuale sale all’11,3%. La Sicilia registra il dato più contenuto con appena il 5,9% di iscrizioni.
Il caso più eclatante emerge in Campania, dove ben il 28,9% degli studenti frequenta istituti paritari, configurando un panorama educativo profondamente diverso rispetto alle altre regioni analizzate.
Il rendimento scolastico: il divario tra statali e paritarie
I risultati delle prove INVALSI rivelano un gap preoccupante tra scuole statali e paritarie. La Campania registra gli scarti più marcati: in italiano le paritarie segnano -41 punti rispetto alla media nazionale, contro i -3 delle statali. In matematica il divario raggiunge -34 punti (-6 per le statali), mentre per l’inglese-reading si arriva a -41 punti (-1 nelle statali) e per l’inglese-listening a -40 punti (-12 nelle statali).
Questi dati evidenziano fenomeni di autoselezione che condizionano la composizione studentesca del settore paritario, suggerendo orientamenti scolastici diversificati che impattano significativamente sulle performance complessive.
La dispersione scolastica
I dati sulla dispersione scolastica implicita rivelano un quadro allarmante che amplifica le differenze tra settori. A livello nazionale, le scuole statali registrano il 7% di dispersione contro il 25,5% delle paritarie.
Le differenze regionali mostrano dinamiche eterogenee: la Lombardia presenta scarti contenuti (3,4% statale, 6,1% paritaria), mentre emergono criticità significative in Lazio (8,8% contro 22,9%), Campania (9,1% contro 39,3%) e Sicilia (11,1% contro 29,1%). Questa dispersione elevata nel settore paritario suggerisce orientamenti strategici verso l’ottenimento del diploma piuttosto che il perseguimento della qualità didattica.
Le scelte educative: motivazioni e implicazioni
L’analisi dei dati rivela meccanismi complessi dietro le decisioni scolastiche delle famiglie. Il fenomeno dell’autoselezione emerge chiaramente quando si osservano le differenze territoriali: in regioni come la Lombardia, dove il divario di performance è contenuto, le scelte appaiono guidate da progetti formativi specifici.
Al contrario, in Campania e nelle regioni meridionali, scarti così marcati suggeriscono orientamenti diversi, spesso finalizzati all’ottenimento del diploma piuttosto che alla qualità dell’apprendimento. Questa dinamica solleva interrogativi sul sistema formativo nazionale e sulla necessità di garantire standard uniformi, indipendentemente dal tipo di istituto scelto dalle famiglie.