L’evoluzione del male
Il genere survival horror ha lasciato un’impronta indelebile nella mente dei videogiocatori: l’angoscia psicologica di Silent Hill, la paura dei fantasmi in Project Zero e l’ansia di Forbidden Siren hanno dimostrato che un videogioco può scatenare le emozioni più forti dell’uomo, pronte a catturarlo dall’inizio alla fine. Ma il concetto di paura videoludica subisce una vera e propria evoluzione solo grazie a Resident Evil.
La saga Capcom, famosa per le sue inquadrature cinematografiche e claustrofobiche e per la sua grafica pre-rendizzata, subisce una totale evoluzione grazie al quarto capitolo, improntato adesso più sull’azione e la sopravvivenza, munito di una splendida grafica 3d che innalza la saga a livelli di perfezione e magnificenza. In occasione del passaggio alla terza generazione di console, Capcom mantiene la formula di Re 4 ma fa di ogni piccolo dettaglio un gioiello videoludico.
Resident Evil 5 non rappresenta una svolta innovativa a livello di meccaniche, simili a quelle dell’illustre predecessore: il feeling è praticamente invariato e con esso l’eccellenza che caratterizzava Resident Evil 4. Anche in questo quinto episodio della serie, lo scopo e la missione da portare a termine sono sopravvivere alla minaccia di esseri (non proprio) umani e creature mostruose, frutto di esperimenti genetici per ottenere armi batteriologiche. La differenza sostanziale rispetto al passato è la magnificenza e la perfezione del dettaglio che solo la nuova generazione poteva infondere. La grafica raggiunge picchi mai sognati, la trama è ancora più fitta e il sistema di controllo, già conosciuto, è stato leggermente ritoccato.
Graditi ritorni,vecchie conoscenze ma anche facce nuove
Protagonista della storia è Chris Redfield, eroe di Code Veronica e del primo Resident Evil: la trama si apre dieci anni dopo le vicende del gioco originale, in un villaggio africano. La storia cerca di coprire il lasso di tempo che separa i due giochi, mostrando momenti importanti della vita di Chris. Entrato a far parte di un’organizzazione chiamata BSAA, viene inviato a investigare su un virus creato per produrre armi umane. La zona che Chris dovrà esplorare sarà un’area di natura vulcanica e, con la diffusione del terribile virus che colpirà presto i poveri abitanti del luogo, il protagonista si troverà presto impegnato in un’esplorazione ad alto rischio, circondato da pericolosi nemici trasformati in vere e proprie macchine assassine.
Fortunatamente godrà del prezioso sostegno di Sheva, una bella agente africana della BSAA. Un tempo membro di un’armata di guerriglieri, Sheva è un’esperta combattente e i suoi attacchi speciali saranno di grande aiuto per la risoluzione delle missioni più rischiose. In questo capitolo faranno capolino vecchie conoscenze come Albert Wesker (personaggio chiave e “cattivone” della serie) e Shelly Birkin (incontrata nel secondo capitolo): infine un’immagine, ormai famosissima, che raffigura Chris ai piedi della lapide di Jill Valentine (sua ex partner in missione e storico personaggio della serie), lascia presagire una trama da pellicola cinematografica.
Fortunatamente godrà del prezioso sostegno di Sheva, una bella agente africana della BSAA. Un tempo membro di un’armata di guerriglieri, Sheva è un’esperta combattente e i suoi attacchi speciali saranno di grande aiuto per la risoluzione delle missioni più rischiose. In questo capitolo faranno capolino vecchie conoscenze come Albert Wesker (personaggio chiave e “cattivone” della serie) e Shelly Birkin (incontrata nel secondo capitolo): infine un’immagine, ormai famosissima, che raffigura Chris ai piedi della lapide di Jill Valentine (sua ex partner in missione e storico personaggio della serie), lascia presagire una trama da pellicola cinematografica.
Non si era mia visto prima
Resident Evil 5 si colloca come la dimostrazione esemplare di ciò che può fare la terza generazione di console. Il comparto grafico è strabiliante: lo schermo è totalmente ricco di dettagli disegnati alla perfezione. I modelli poligonali di Chris e Sheva sono realistici e dotati di una fluidità mai vista nei movimenti e nelle azioni.
Effetti speciali come fuoco,sangue e pioggia sono i migliori di sempre. Le locazioni da esplorare sono bellissime e dettagliate e i nemici su schermo sembra non finiscano mai e il tutto gira ad una velocità costante senza il minimo rallentamento. Resident Evil 5 fa paura, tanta paura. Non stupisce il fatto che la Capcom si sia avvalsa della collaborazione di esperti Hollywoodiani: inquadrature suggestive alternate da riprese a mano infondono un senso di realismo incredibile. Gli effetti sonori delle armi, ad esempio, sono stati registrate all’interno di un poligono di tiro. Il realismo di Resident Evil 5 è vero quanto la paura che incute.
Vecchio.. ma non troppo
Il gameplay di Re5 aggiunge un tocco di innovazione alla tradizione della serie. L’azione è frenetica e si susseguono sparatorie senza tregua: l’arsenale è ricco ma le munizioni non piovono dal cielo, perciò la strategia e la collaborazione tra i due eroi sarà fondamentale per sopravvivere all’orrore africano. La vera novità è la modalità cooperativa, offline e online: l’intero gioco è stato pensato, disegnato e realizzato per essere portato a termine da una coppia di personaggi, controllati da uno o più giocatori. È possibile a partecipare ad avventura già iniziata ma, ovviamente, il livello di difficoltà si adatterà di conseguenza. Gli indicatori su schermo sono molto simili a quelli di Re4: mostrano l’energia dei due protagonisti, lo stato in cui si trovano e le munizioni residue. L’inventario si richiama in tempo reale perciò è conveniente scambiare e utilizzare gli oggetti nei pochi momenti di calma che il gioco offre. Fatta eccezione per qualche problema, l’intelligenza artificiale di Sheva risponde perfettamente e lo stesso vale per l’interazione con Chris. I nemici sono pericolosissimi in quanto gli abitanti del villaggio si muovono a gruppi.
I boss visti fino ad ora sono mostruosi e temibili, e l’astuzia fa la differenza nel combattimento per sopprimerli. Si può scegliere tra due sistemi di controllo disponibili: uno tradizionale, quasi identico al quarto capitolo, e un altro più vicino a quelli degli sparatutto in soggettiva, con l’aggiunta dello strafe, il movimento laterale che si può effettuare dopo aver agganciato un bersaglio. Unica nota dolente è la mancata possibilità di sparare mentre si corre o cammina, scelta che, secondo gli sviluppatori, avrebbe reso troppo semplici le missioni.
Conclusioni
L’appuntamento con Resident Evil 5 è uno di quelli che si fanno attendere: dopo anni di attesa si prepara a scendere in campo, ma solo per salire sull’Olimpo dei videogiochi. La sua storia che non ha bisogno di presentazioni, la grafica da capogiro e un sistema di controllo a lungo studiato assicurano un prodotto eccellente e di qualità. Qualcuno potrebbe criticare la troppa somiglianza col precedente episodio, ma Re5 non ha bisogno di evoluzioni esagerate poiché non sono affatto necessarie: Re4 è stata la rivoluzione dei survival horror e Re5 rappresenta la sua massima espressione. I grandi cambiamenti possono aspettare: nel frattempo bisogna sono urlare dal terrore e sparare senza ripensamenti! Appuntamento al 13 marzo!
Marco Delle Fave – In collaborazione con Cyberludus.com