Il 23 maggio ricorre il trentatreesimo anniversario della strage di Capaci, un evento che ha segnato profondamente la storia italiana nella lotta contro la mafia. In quel tragico giorno del 1992, persero la vita il giudice Giovanni Falcone, simbolo dell’impegno contro Cosa Nostra, sua moglie Francesca Morvillo, anch’essa magistrato, e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, vittime del loro dovere al servizio dello Stato.
Questo anniversario rappresenta non solo un momento di commemorazione, ma anche un’occasione di riflessione collettiva sui valori di giustizia e legalità che hanno guidato l’operato di Falcone. La ricorrenza si è trasformata negli anni in un simbolo di resistenza civile e di rinnovato impegno contro ogni forma di criminalità organizzata.
Il ricordo della strage di Capaci è diventato un appuntamento fondamentale per mantenere viva la memoria e trasmettere alle nuove generazioni l’importanza della lotta alla mafia e dei sacrifici compiuti da chi ha dedicato la propria vita a questa causa.
La cerimonia in piazza: giovani voci unite contro la mafia
Le commemorazioni prenderanno avvio alle ore 9 del mattino in piazza Vittorio Emanuele Orlando, cuore pulsante di Palermo che si trasformerà in un palcoscenico di memoria collettiva. Gli studenti delle 59 scuole palermitane aderenti alla Rete per la cultura antimafia nella scuola saranno i veri protagonisti della giornata, portando sul palco performance musicali cariche di significato e letture emozionanti dedicate alle vittime di Capaci.
L’atmosfera sarà caratterizzata da un profondo senso di partecipazione civica, con circa 3.000 giovani che riempiranno la piazza trasformandola in uno spazio di riflessione e impegno. Le esibizioni artistiche degli alunni non rappresenteranno semplici momenti di intrattenimento, ma veri e propri atti di testimonianza attraverso cui le nuove generazioni dimostrano la volontà di farsi portavoce di quei valori di legalità e giustizia che Falcone e le altre vittime della strage hanno incarnato fino all’estremo sacrificio.
Il momento solenne nella cittadella giudiziaria
La commemorazione raggiunge il suo culmine in piazza della Memoria, cuore pulsante della Cittadella giudiziaria palermitana. A partire dalle 11.30, questo spazio simbolico si trasforma nel teatro di una cerimonia solenne che riunisce generazioni diverse nel nome della legalità. Il luogo stesso, con il suo nome evocativo, rappresenta la volontà di mantenere vivo il ricordo di chi ha sacrificato la propria vita nella lotta contro la criminalità organizzata.
Al tributo partecipano attivamente non solo gli studenti delle scuole aderenti alla Rete per la cultura antimafia, ma anche giovani universitari che portano il loro contributo alla manifestazione. A rendere ancora più significativo il momento è la presenza congiunta di magistrati e avvocati, che accolgono i giovani in quello che rappresenta il loro ambiente di lavoro quotidiano, creando un ponte diretto tra le istituzioni giudiziarie e le nuove generazioni.
Il profondo legame tra scuola e magistratura nella lotta alla mafia
L’iniziativa “Tribunale chiama scuola” rappresenta un ponte significativo tra il mondo dell’educazione e quello della giustizia. Con la partecipazione di circa 3.000 studenti davanti al Tribunale di Palermo, l’evento consolida un’alleanza strategica tra gli istituti formativi e gli operatori del diritto, incarnata nella collaborazione tra l’Ordine degli avvocati, l’Associazione nazionale magistrati e la Rete per la cultura antimafia. Questo dialogo interistituzionale non si limita alla commemorazione, ma diventa strumento educativo permanente.
La giornata commemorativa offre agli studenti un’occasione concreta per confrontarsi con i valori di giustizia e legalità, trasformando la memoria in impegno civile. La presenza della Rete per la cultura antimafia, che coordina ben 167 istituti siciliani, dimostra come questo approccio educativo stia penetrando capillarmente nel tessuto scolastico regionale, contribuendo a formare cittadini consapevoli del valore della resistenza alle organizzazioni criminali attraverso strumenti culturali e conoscenza storica.