Riforma dell’esame di Maturità: il decreto che rivoluziona l’orale per il 2026

Riforma dell’esame di Maturità: il decreto che rivoluziona l’orale per il 2026

Il Ministero dell'Istruzione ha deciso di eliminare la possibilità di non rispondere agli orali, rendendo obbligatoria la partecipazione a tutte le prove d'esame.
Riforma dell’esame di Maturità: il decreto che rivoluziona l’orale per il 2026

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha deciso di mettere fine a una pratica che nelle ultime sessioni d’esame ha fatto discutere: quella degli studenti che, pur avendo sostenuto le prove scritte, scelgono deliberatamente di non presentarsi o non rispondere durante la prova orale, contando comunque sulla possibilità di ottenere la promozione grazie ai crediti accumulati.

Il nuovo decreto legge, che sarà discusso nelle prossime settimane in Consiglio dei Ministri, eliminerà definitivamente questa possibilità, rendendo obbligatoria la partecipazione attiva a tutte le prove d’esame per il conseguimento del diploma.

Le dichiarazioni del ministro Valditara

Il 13 luglio Giuseppe Valditara ha tracciato una linea netta durante un’intervista televisiva. Il ministro dell’Istruzione e del Merito ha annunciato l’introduzione di una norma specifica per sanzionare chi sceglie deliberatamente di non rispondere alle domande durante il colloquio orale.

“Non si prendono in giro gli insegnanti, si rispetta il loro lavoro, si rispettano i compagni”, ha dichiarato con fermezza Valditara, sottolineando che l’esame di maturità non può trasformarsi in uno strumento di protesta studentesca.

La ridefinizione dell’esame

Il decreto non si limiterà a introdurre sanzioni per chi evita l’orale, ma punta a una ristrutturazione complessiva dell’esame di maturità. La nuova formulazione della prova orale sarà ripensata per valutare con maggiore attenzione l’autonomia, la consapevolezza e la capacità di argomentazione dello studente, rendendo la valutazione più completa e integrata.

Le reazioni dal mondo scolastico

Le organizzazioni studentesche hanno immediatamente criticato l’annuncio ministeriale, definendo la misura una risposta puramente repressiva che non affronta le vere cause del disagio manifestato durante i colloqui orali. Secondo i rappresentanti degli studenti, il decreto ignora completamente le motivazioni profonde che spingono alcuni maturandi a evitare questa prova.

Dal fronte degli educatori emerge una posizione più articolata: diversi docenti e dirigenti scolastici, pur riconoscendo la necessità di tutelare il valore formativo dell’esame, sottolineano l’importanza di distinguere tra situazioni diverse. La loro preoccupazione principale riguarda la difficoltà nel separare chi sceglie deliberatamente il silenzio da chi rimane bloccato a causa dell’ansia o di difficoltà emotive genuine.

Le tempistiche e l’applicazione delle nuove regole

Il decreto è atteso entro la fine dell’estate e sarà applicato a partire dalla maturità del 2026. Le nuove regole entreranno in vigore dal prossimo anno scolastico, richiedendo un rapido adattamento da parte degli studenti e delle scuole per prepararsi ai cambiamenti nell’esame.

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