Riscatto laurea, il Governo penalizza chi studia: Anief protesta contro i tagli del 2031

Riscatto laurea, il Governo penalizza chi studia: Anief protesta contro i tagli del 2031

Il Governo modifica il riscatto della laurea in manovra economica: effetti negativi sulla pensione anticipata dal 2031. Anief denuncia il provvedimento come errore politico.
Riscatto laurea, il Governo penalizza chi studia: Anief protesta contro i tagli del 2031

Il Governo ha inserito nella Manovra economica un pacchetto di emendamenti che intervengono sulle norme previdenziali relative al conteggio degli anni di studio universitario. Le modifiche impatteranno sul sistema del riscatto della laurea, con effetti sulla pensione anticipata a partire dal 2031, secondo quanto confermato dalle testate di settore.

La scelta appare in controtendenza rispetto alla necessità di valorizzare l’istruzione superiore. Invece di agevolare chi ha investito tempo e risorse nella formazione, la misura penalizza proprio coloro che possiedono un titolo universitario.

Il nuovo impianto normativo riflette priorità di cassa, subordinando l’incentivo alla formazione alle esigenze di risparmio del sistema previdenziale. Il legame tra conteggio degli anni di studio e pensione anticipata risulta diretto: modificando i criteri di riscatto, si allunga di fatto il percorso contributivo necessario per accedere al trattamento pensionistico.

Una scelta che contraddice gli obiettivi dichiarati di sostegno alla crescita culturale del Paese.

La posizione di Anief: le criticità segnalate

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, definisce l’intervento del Governo un grave errore politico ed economico. Il sindacato contesta apertamente la disparità di trattamento: perché non rivedere il riscatto gratuito concesso agli ufficiali delle forze armate, se l’obiettivo dichiarato è il contenimento della spesa pubblica?

Anief evidenzia inoltre il paradosso di un sistema che eroga l’assegno pensionistico con mesi di ritardo, mentre i lavoratori continuano a versare puntualmente la trattenuta sindacale. Secondo il sindacato, questo intervento legislativo deve essere eliminato già nella prossima legge di bilancio per evitare ricadute sociali pesanti adottate senza un’analisi approfondita.

La preoccupazione riguarda direttamente il personale coinvolto: la scelta di penalizzare chi ha investito nella formazione universitaria contraddice la necessità di valorizzare l’istruzione e rischia di compromettere il futuro previdenziale di migliaia di lavoratori qualificati.

Le proposte del sindacato: riforma Inps e misure a sostegno

Anief avanza una visione alternativa per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico senza penalizzare chi ha investito nella propria formazione. Il sindacato chiede una riforma strutturale dell’Istituto di previdenza attraverso la separazione netta tra spese puramente previdenziali e quelle destinate al welfare, per una maggiore trasparenza contabile e una gestione più efficace delle risorse.

La proposta include politiche attive per incentivare la natalità e l’occupazione giovanile, ritenute leve strategiche per assicurare un equilibrio di lungo periodo al sistema. Particolare rilievo assume la petizione che ha raccolto 130 mila firme a favore del riscatto agevolato, espressione di una volontà diffusa tra i lavoratori.

Il sindacato denuncia inoltre il rischio connesso ai contributi figurativi versati dallo Stato come datore di lavoro, pratica che mette in pericolo il futuro previdenziale della categoria. Per Anief è indispensabile intervenire subito, rimuovendo misure adottate in fretta e prive di un’adeguata valutazione delle ricadute sociali.

Le tempistiche parlamentari: il passaggio in Senato

Il testo definitivo della Manovra economica arriverà nell’aula del Senato lunedì 22 dicembre, con il voto finale calendarizzato per martedì 23 dicembre. Il Governo ha già depositato un pacchetto di emendamenti che tocca in modo sostanziale le norme previdenziali relative al riscatto della laurea.

Secondo le fonti parlamentari, queste modifiche produrranno i primi effetti concreti sulla pensione anticipata a partire dal 2031, interessando chi intende valorizzare gli anni di studio ai fini del calcolo contributivo.

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