SIP, linee guida contro i dispositivi digitali: vietato lo smartphone prima dei 13 anni

SIP, linee guida contro i dispositivi digitali: vietato lo smartphone prima dei 13 anni

La Società Italiana di Pediatria aggiorna le raccomandazioni: no allo smartphone almeno fino ai 13 anni. Gli effetti misurabili su sonno, linguaggio e salute mentale.
SIP, linee guida contro i dispositivi digitali: vietato lo smartphone prima dei 13 anni

La Società Italiana di Pediatria ha aggiornato le proprie raccomandazioni sull’uso del digitale in età evolutiva, presentandole al Senato durante gli Stati Generali della Pediatria 2025 dedicati al tema “Il bambino digitale”, in occasione della Giornata Mondiale del Bambino e dell’Adolescente. Le indicazioni elaborate dalla Commissione sulle Dipendenze Digitali SIP stabiliscono un principio chiaro: no allo smartphone almeno fino ai 13 anni.

I pediatri italiani esprimono con urgenza un messaggio preciso: ogni anno guadagnato senza esposizione digitale rappresenta un investimento sulla salute mentale, emotiva, cognitiva e relazionale dei bambini. Le nuove linee guida si basano su evidenze scientifiche aggiornate che documentano gli effetti misurabili dell’esposizione precoce ai dispositivi digitali, definito dalla SIP come “il prezzo invisibile della vita digitale”.

I dati sull’uso precoce: sonno, linguaggio e peso

L’impatto degli schermi digitali sulla prima infanzia si rivela attraverso dati misurabili che delineano un quadro dose-dipendente. Nei bambini sotto i 2 anni, l’esposizione quotidiana ai dispositivi per soli 30 minuti aggiuntivi raddoppia il rischio di ritardo nel linguaggio, interferendo con i processi naturali di acquisizione comunicativa.

La fascia tra 3 e 5 anni evidenzia una diretta correlazione tra tempo-schermo e qualità del riposo: ogni ora supplementare di dispositivi digitali sottrae circa 15 minuti di sonno, riducendo progressivamente il tempo necessario allo sviluppo cognitivo notturno.

L’associazione con l’ipertensione pediatrica emerge già con un’esposizione superiore a 50 minuti giornalieri, mentre tra i 3 e i 6 anni si registra un incremento non adeguato di peso corporeo correlato all’uso prolungato degli schermi. Questi dati documentano quello che la SIP definisce “prezzo invisibile” della vita digitale: effetti che si manifestano gradualmente nel quotidiano delle famiglie, spesso sottovalutati rispetto alla percezione comune di innocuità dei dispositivi nelle mani dei più piccoli.

I rischi neuropsicologici e sociali: attenzione, ansia e dipendenze

Gli studi di neuroimaging documentano modifiche nelle aree cerebrali dedicate ad attenzione e comprensione nei minori esposti precocemente ai dispositivi digitali. Sul piano della salute mentale, l’uso intensivo degli schermi risulta correlato ad ansia, sintomi depressivi e minore autostima: le adolescenti mostrano una vulnerabilità maggiore agli effetti della comparazione sociale e al Fear of Missing Out, il timore di restare esclusi.

Le dipendenze digitali

L’Internet Gaming Disorder interessa dall’1,7% al 10,7% dei giovani, mentre l’uso problematico dello smartphone riguarda fino al 20% della popolazione giovanile. Le neuroscienze rilevano alterazioni cerebrali analoghe a quelle osservate nelle dipendenze da nicotina.

Il cyberbullismo e la violenza online

Il cyberbullismo e la violenza online registrano un incremento del 26% tra i 10 e i 13 anni. I dati SIP evidenziano un rischio triplo di ideazione suicidaria nei minori vittime di violenza digitale.

Le conseguenze fisiche e ambientali: obesità, vista e notti interrotte

L’eccesso di schermi incide anche sulla salute fisica quotidiana. Per quanto riguarda obesità e sovrappeso, la SIP indica che sotto i 13 anni anche un’esposizione superiore a un’ora al giorno può costituire un fattore di rischio; negli adolescenti oltre due ore giornaliere aumentano del 67% il rischio rispetto ai coetanei con esposizione inferiore, in particolare per effetto della sedentarietà e del marketing alimentare digitale.

Sul fronte del sonno, l’89% degli adolescenti dorme con il cellulare in camera, creando le condizioni per una deprivazione cronica di riposo. Questa abitudine interferisce con i ritmi circadiani e sottrae ore preziose al recupero notturno, con ricadute su concentrazione e rendimento scolastico.

Infine, la salute visiva è compromessa dall’uso intensivo: aumentano affaticamento, secchezza oculare e miopia precoce, aggravati dalla scarsa esposizione alla luce naturale che accompagna lunghe sessioni davanti ai dispositivi.

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