L’8 settembre, Roma è stata teatro di una manifestazione studentesca che ha visto protagonisti alcuni liceali della capitale. Davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione e del Merito, gli studenti hanno organizzato un sit-in caratterizzato da fumogeni, cartelloni e slogan di protesta contro il divieto di utilizzo degli smartphone a scuola, introdotto dal ministro Giuseppe Valditara ed esteso quest’anno anche alle scuole superiori.
L’iniziativa, promossa principalmente da Osa – Opposizione Studentesca d’Alternativa, ha puntato il dito contro quella che i manifestanti definiscono una decisione ipocrita, inserita in un più ampio contesto di riforme considerate repressive e classiste. La protesta non si è limitata alla sola questione dei cellulari, ma ha denunciato l’intera visione del sistema scolastico attuale.
Il divieto in ambito scolastico
La circolare ministeriale n. 3392 del 16 giugno 2024 stabilisce regole precise per l’utilizzo dei dispositivi mobili negli istituti superiori. La normativa impone lo spegnimento e la rimozione dalla vista del cellulare durante l’intero orario scolastico, estendendo il divieto oltre le sole ore di lezione.
Le violazioni comportano sanzioni disciplinari graduate: dal richiamo al sequestro temporaneo del dispositivo, fino alla sospensione con riconsegna ai genitori in caso di recidiva. Le scuole stanno adottando soluzioni pratiche diverse, dai contenitori numerati agli armadietti individuali con chiave.
Il ministro Valditara ha sintetizzato la norma: “Quando si entra in classe si mette via il cellulare e lo si riprende quando si esce da scuola”.
Le deroghe e le eccezioni
Il divieto degli smartphone non presenta carattere assoluto nella sua applicazione. La normativa prevede eccezioni specifiche per studenti con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento, purché l’utilizzo sia inserito nel contesto di un Piano Educativo Individualizzato (PEI) o di un Piano Didattico Personalizzato (PDP).
Nei corsi tecnici specializzati, particolarmente quelli orientati verso informatica e telecomunicazioni, l’uso del cellulare può essere autorizzato quando risulta funzionale alle attività didattiche programmate. La circolare mantiene inoltre piena compatibilità con tablet, PC e lavagne interattive, dispositivi che rimangono completamente ammessi se utilizzati secondo progetti formativi approvati dalla scuola.
La critica politica e le rivendicazioni educative
Gli studenti contestano quello che definiscono un approccio ipocrita del Ministero, denunciando come il divieto rappresenti l’ennesima misura repressiva anziché affrontare i veri problemi strutturali della scuola. “Dopo anni di investimenti sulla digitalizzazione viene scaricata la colpa sugli studenti senza produrre interventi sistemici”, hanno dichiarato i manifestanti di Osa – Opposizione Studentesca d’Alternativa.
Le rivendicazioni si concentrano sulla necessità di maggiori finanziamenti per l’edilizia scolastica e il personale, mentre i cartelloni esposti ritraevano provocatoriamente il Ministro Valditara come uno sceriffo, simboleggiando la percezione di un controllo autoritario sull’ambiente educativo.