Solo il 55% delle madri lavora: stereotipi e carenze nei servizi per l'infanzia

Solo il 55% delle madri lavora: stereotipi e carenze nei servizi per l'infanzia

In Italia, la maternità continua a rappresentare un ostacolo significativo per l'occupazione femminile.
Solo il 55% delle madri lavora: stereotipi e carenze nei servizi per l'infanzia

Secondo le rilevazioni di Openpolis, la maternità rappresenta ancora un ostacolo significativo per la carriera professionale delle donne, con una su cinque che abbandona il lavoro dopo aver avuto figli. Questo fenomeno è una forte conferma indiretta degli stereotipi di genere che continuano ad attribuire alle madri la responsabilità principale della cura dei bambini. 

I dati sul divario di genere

I dati sono allarmanti: solo il 55,3% delle donne tra 20 e 49 anni con figli piccoli risulta occupata, contro il 90,7% dei padri nella stessa situazione, evidenziando un divario occupazionale di oltre 35 punti percentuali. Questo determina un divario di genere di 35,4 punti percentuali, uno dei più pronunciati in Europa. Solo Repubblica Ceca e Grecia presentano situazioni peggiori, con gap rispettivamente di 51,3 e 37,1 punti. Decisamente più equilibrata la situazione in Danimarca e Svezia, dove la differenza si riduce a circa 10 punti percentuali, dimostrando come politiche efficaci possano mitigare queste disparità.

Il ruolo degli asili nido

Un fattore decisivo per favorire l’occupazione femminile è la disponibilità di asili nido. Attualmente, in Italia sono disponibili solo 30 posti ogni 100 bambini sotto i 3 anni, dato ancora insufficiente rispetto agli obiettivi europei. Nei territori con maggiore offerta di nidi, il divario occupazionale tra generi si riduce significativamente.

Disparità territoriali e strategia di intervento

Il divario Nord-Sud emerge chiaramente dai dati comunali sull’occupazione femminile. Le città con maggior presenza di donne lavoratrici si concentrano nel Centro-Nord, come Belluno, Siena e Bolzano, con tassi tra 75,7% e 81,9%. In queste realtà, l’offerta di servizi per l’infanzia supera notevolmente la media nazionale, raggiungendo quasi 60 posti ogni 100 bambini a Siena.

Al contrario, le città con minore occupazione femminile si trovano tutte nel Mezzogiorno, da Catania (42,1%) a Siracusa (47,4%), dove l’offerta di asili è drasticamente inferiore: appena 8 posti ogni 100 bambini a Catania e meno di 20 nelle altre città meridionali.

Fondi PNRR e investimenti

Nonostante gli asili nido siano considerati una priorità dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, l’attuazione degli investimenti procede a rilento. I dati del Governo rivelano che al 13 dicembre 2024 è stato utilizzato solo il 7,5% dei fondi PNRR destinati a questo settore: appena 244 milioni sui 3,2 miliardi disponibili. Questo ritardo è attribuibile a diversi fattori: complessità burocratiche nei bandi di gara, difficoltà amministrative degli enti locali nella gestione delle risorse e carenza di infrastrutture adeguate, soprattutto nelle zone più bisognose. Il mancato utilizzo tempestivo dei fondi rischia di compromettere l’obiettivo di migliorare i servizi per l’infanzia, ritardando i benefici per le famiglie e per l’intero sistema economico.

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti