Il regolare svolgimento del Test Medicina è stato messo in discussione dopo la pubblicazione, mentre la prova era ancora in corso, di immagini dei quesiti ministeriali su social e canali di messaggistica. La diffusione in tempo reale ha sollevato l’allarme dell’opinione pubblica e innescato l’iniziativa di Codacons, che il 27 novembre 2025 ha annunciato un ricorso collettivo al Tar del Lazio.
La pubblicazione anticipata dei quesiti incide direttamente sulla regolarità del concorso, poiché compromette il principio di segretezza prescritto dalle procedure ministeriali e garantito a tutti i partecipanti alla selezione nazionale.
Le irregolarità contestate e la violazione della segretezza
L’associazione ha ricevuto numerose segnalazioni riguardanti la diffusione non autorizzata dei quesiti d’esame su piattaforme social e canali di messaggistica. Durante lo svolgimento della prova, le immagini delle domande ministeriali sono circolate in tempo reale, configurando una palese violazione delle rigide procedure sulla segretezza stabilite dal Ministero.
Secondo quanto denunciato, il principio di segretezza costituisce una garanzia fondamentale per assicurare pari opportunità a tutti i partecipanti. La circolazione anticipata delle informazioni avrebbe potuto avvantaggiare indebitamente alcuni candidati, alterando di fatto la competizione meritocratica.
Questa condotta mette in discussione la legittimità dell’intera selezione nazionale, minando la fiducia nel sistema di accesso alle facoltà biomediche e sollevando interrogativi sulla tutela dei diritti di chi ha rispettato le regole.
Il ricorso al Tar del Lazio: obiettivi e possibili esiti
Di fronte alle evidenze documentali raccolte, il Codacons ha avviato la procedura per presentare un’azione legale formale presso il Tribunale Amministrativo del Lazio. L’iniziativa assume carattere collettivo e mira a rappresentare tutti gli studenti coinvolti nella sessione d’esame, chiedendo ai giudici amministrativi di valutare se la fuga di notizie abbia compromesso irrimediabilmente la regolarità della prova.
L’obiettivo prioritario del ricorso è ottenere una verifica giudiziaria sulla validità del Test Medicina alla luce delle criticità emerse. Se venisse accertato un vizio di forma sostanziale, gli scenari prospettabili spaziano dall’annullamento della prova all’imposizione di misure correttive specifiche volte a ripristinare condizioni di equità e trasparenza.
Questo intervento intende tutelare i diritti soggettivi di chi ha rispettato le regole durante lo svolgimento dell’esame.
Le ricadute su graduatoria unica e atenei
Un’eventuale sentenza favorevole al ricorso collettivo avrebbe conseguenze sistemiche, coinvolgendo tutte le università italiane. La graduatoria del Test Medicina è infatti unica su base nazionale: ciò significa che qualsiasi provvedimento del Tar inciderebbe sull’intero sistema di accesso alle facoltà biomediche, non su singoli istituti.
Tra gli scenari prospettati figurano la riprogrammazione generale delle prove, con possibili nuove sessioni d’esame per garantire la regolarità della selezione. In alternativa, potrebbero essere disposte ammissioni in soprannumero come misura compensativa a favore dei ricorrenti, permettendo l’accesso a chi ritenga di aver subito pregiudizi dalla diffusione dei quesiti.
L’annullamento totale della prova comporterebbe invece slittamenti significativi del calendario accademico, ritardando l’avvio dei percorsi formativi per migliaia di aspiranti medici e mettendo a rischio l’intera programmazione didattica degli atenei.
Le implicazioni per i candidati e il calendario accademico
L’eventuale accoglimento del ricorso potrebbe generare conseguenze dirette sul percorso formativo delle matricole. Un annullamento totale della prova comporterebbe una riprogrammazione degli esami, con slittamenti del calendario accademico che impatterebbero sull’inizio delle lezioni e sulla pianificazione individuale degli studenti.
Anche l’adozione di misure correttive, come ammissioni in soprannumero, richiederebbe tempi tecnici che allungherebbero l’iter di immatricolazione.
L’episodio ha evidenziato la fragilità del sistema a numero chiuso, ponendo sotto i riflettori l’urgenza di rafforzare i controlli sulle procedure concorsuali. L’associazione sottolinea come l’intervento miri a tutelare i diritti di chi ha rispettato le regole, ristabilendo condizioni di equità e trasparenza fondamentali per garantire pari opportunità a tutti i candidati. La vicenda chiama in causa la responsabilità istituzionale nel proteggere il futuro dei medici di domani, assicurando che la selezione avvenga in condizioni di legittimità verificata.