Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha delineato il quadro delle sue riforme educative in una recente intervista, sottolineando l’importanza di rimettere al centro la responsabilità individuale. “Va superata questa idea per cui la colpa sarebbe sempre della società e mai di chi adotta comportamenti sbagliati”, ha dichiarato il ministro, trovando sostegno in intellettuali come Massimo Recalcati e Paolo Crepet.
L’orientamento riformista punta a ridare importanza alle regole, partendo dallo studio della lingua italiana. Valditara ha criticato lo “spontaneismo espressivo” che “ha indebolito l’insegnamento di grammatica e sintassi”, evidenziando la necessità di un ritorno a metodologie più strutturate nell’apprendimento linguistico.
La semplificazione dei trasferimenti docenti
Il ministro Valditara ha annunciato una rivoluzione nella gestione amministrativa del personale scolastico, introducendo un sistema completamente digitalizzato per i trasferimenti dei docenti. “Basterà il codice fiscale”, ha dichiarato, eliminando l’attuale sistema basato sulla produzione di documentazione cartacea.
L’innovazione si inserisce in un più ampio progetto di modernizzazione che prevede l’informatizzazione di tutte le funzioni del ruolo professionale. Un tavolo tecnico sta già lavorando alla semplificazione dei percorsi di carriera, con proposte concrete attese nelle prossime settimane.
Questa trasformazione digitale rappresenta un cambio di paradigma significativo rispetto alle procedure tradizionali, promettendo di ridurre i tempi burocratici e semplificare notevolmente la vita professionale degli insegnanti.
Il rafforzamento della metodologia didattica
Il ministro ha chiarito la distinzione fondamentale tra contenuti e metodologie nell’insegnamento: mentre i primi sono responsabilità ministeriale, le seconde appartengono all’autonomia scolastica. Valditara ha ribadito che “la libertà di insegnamento riguarda come insegnare, non cosa insegnare”, sottolineando come metodologia e didattica restino competenza degli insegnanti.
Riguardo alle dimensioni delle classi, il ministro ha confermato la scelta di non intervenire sui numeri, supportata dai dati Invalsi che dimostrano come classi più piccole non garantiscano migliori rendimenti. Il modello italiano privilegia invece il potenziamento attraverso insegnanti aggiuntivi, offrendo supporto alle famiglie meno abbienti senza ricorrere a ripetizioni private e valorizzando economicamente la professionalità docente.
L’educazione si estende oltre le materie disciplinari, abbracciando la formazione comportamentale e sociale degli studenti, con particolare attenzione al contrasto del bullismo.