Accorpamento delle classi per supplenze: il rischio di pratiche illegittime con la legge di bilancio 2026

Accorpamento delle classi per supplenze: il rischio di pratiche illegittime con la legge di bilancio 2026

Accorpamento e smembramento di classi sono pratiche diffuse per coprire carenze di supplenti, ma illegittime e pericolose per la sicurezza degli studenti.
Accorpamento delle classi per supplenze: il rischio di pratiche illegittime con la legge di bilancio 2026

Accorpamento e smembramento delle classi sono pratiche usate per coprire la carenza di supplenti: studenti di più sezioni vengono uniti o redistribuiti, senza ordine scritto. La procedura è diffusa per risparmio organizzativo e per la difficoltà a reperire sostituti; rischia di aumentare con la legge di bilancio 2026 che limita le supplenze ai docenti fino a 10 giorni.

Si registrano casi estremi, per esempio docenti di scienze motorie che gestiscono gruppi da 50–60 alunni, con problemi di sicurezza e didattica.

La prassi illegittima per le sostituzioni

Accorpamento o smembramento di classi consiste nel riunire due o più gruppi o ridistribuire gli alunni in altre aule per coprire un docente assente. Questa prassi è illegittima perché compromette la sicurezza degli studenti, il diritto allo studio e altera l’organico di diritto oltre ai doveri di vigilanza e responsabilità del docente.

Il D.M. 18/12/1975 (Tabella 8) impone per la scuola secondaria di II grado un’altezza minima delle aule di 3 metri e almeno 1,96 metri quadrati per alunno; il sovraffollamento rende quindi inapplicabili tali requisiti. Inoltre, l’accorpamento sistematico viene spesso disposto oralmente, senza un ordine di servizio scritto, per eludere formalità e responsabilità, aggravando la natura non regolamentare della pratica. La procedura aumenta rischio di infortuni e contenziosi gravi.

La criticità della vigilanza in aula

Obbligare un docente a vigilare su classi sovrannumerarie compromette sicurezza e controllo: sorvegliare già 27–28 alunni è complesso, figuriamoci con l’aggiunta di altri studenti. La difficoltà pratica aumenta il rischio di incidenti, comportamenti non rilevati e dispersione didattica.

Sul piano giuridico il docente resta responsabile della vigilanza e può rifiutare l’ora quando la situazione impedisce un’adeguata sorveglianza. Inoltre l’aumento degli alunni aggrava gli obblighi disciplinari e la responsabilità professionale del personale docente. Ci sono inoltre problemi nella rendicontazione e tutela.

La legge di bilancio 2026: restrizioni sulle supplenze fino a 10 giorni

Le linee guida del Documento di finanza pubblica (articoli 106 e 107) propongono la modifica comma 85 dell’articolo 1 della legge 107/2015, ridisegnando le regole per le sostituzioni fino a dieci giorni. Nella secondaria di I e II grado il docente titolare assente fino a 10 giorni dovrà essere sostituito prioritariamente da docenti dell’organico dell’autonomia della scuola; il ricorso a supplenti esterni è previsto solo per esigenze eccezionali e motivate.

Per la primaria e i posti di sostegno il dirigente potrà, se necessario, attingere alle graduatorie d’istituto. La misura riduce le supplenze esterne e può incentivare soluzioni interne, incluso l’accorpamento.

Le possibili soluzioni operative

Predisporre il recupero di ore da permessi brevi, impiegare docenti di potenziamento o insegnanti senza classi, nominare supplenti da graduatoria d’istituto, prevedere ore eccedenti retribuite o attività di orientamento: l’accorpamento resta misura estrema ed eccezionale, garantendo sicurezza e qualità didattica.

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