Indagine Istat su giovani e pregiudizi di genere, tra stereotipi persistenti e rischio di violenza

Indagine Istat su giovani e pregiudizi di genere, tra stereotipi persistenti e rischio di violenza

Nel 2023 l'Istat ha condotto un'indagine specifica sui pregiudizi di genere, coinvolgendo giovani tra gli 11 e i 19 anni.
Indagine Istat su giovani e pregiudizi di genere, tra stereotipi persistenti e rischio di violenza

Nel 2023 l’Istat ha condotto per la prima volta un’indagine specifica sui pregiudizi di genere, coinvolgendo giovani tra gli 11 e i 19 anni. La ricerca ha raccolto sistematicamente le opinioni di ragazze e ragazzi riguardo agli stereotipi legati ai ruoli sociali e alle differenze di genere.

L’indagine rappresenta un momento di particolare rilevanza per comprendere come le nuove generazioni percepiscono i ruoli tradizionalmente associati a maschi e femmine. I dati emersi offrono uno spaccato significativo delle convinzioni giovanili, evidenziando la persistenza di alcuni pregiudizi consolidati anche tra i più giovani.

L’analisi delle percezioni sui ruoli di genere

I dati raccolti dall’Istat rivelano persistenti stereotipi di genere tra i giovani italiani. Per quanto riguarda l’aspetto fisico, il 56,4% degli intervistati considera prioritaria la bellezza femminile, con percentuali più elevate tra i maschi (58,6%) e i cittadini stranieri (59,1%). La fascia 14-16 anni mostra il picco massimo con il 60,1%.

Nelle discipline STEM emerge un chiaro pregiudizio: il 21,2% ritiene i ragazzi più competenti, dato che sale al 29,1% tra i maschi e scende al 12,9% tra le femmine. Lo stereotipo risulta amplificato nei giovani stranieri (29,3%) e in famiglie con genitori poco istruiti.

Riguardo alle responsabilità domestiche, il 24,9% considera gli uomini inadeguati per le faccende di casa, opinione condivisa dal 30,4% dei maschi contro il 19,2% delle femmine. Sul successo lavorativo, il 14,6% lo considera più rilevante per gli uomini, percentuale che raggiunge il 22% tra i maschi e il 34,9% tra i maschi stranieri.

Le implicazioni delle convinzioni stereotipate

L’indagine Istat rivela un collegamento preoccupante tra stereotipi di genere e tolleranza verso comportamenti violenti. Chi considera il lavoro più importante per gli uomini mostra una maggiore propensione a giustificare la violenza: il 17,9% trova accettabile uno schiaffo alla fidanzata in caso di tradimento, contro una media del 7,3%. Ancora più allarmante è che il 21,7% accetta che “ogni tanto” possa esserci uno schiaffo, rispetto all’11,1% generale.

I dati evidenziano significative variazioni demografiche che influenzano queste percezioni. L’età rappresenta un fattore determinante: gli stereotipi tendono a diminuire con la crescita, suggerendo un’evoluzione del pensiero critico. Il livello di istruzione dei genitori emerge come elemento protettivo contro i pregiudizi, mentre la cittadinanza straniera correla con una maggiore adesione agli stereotipi tradizionali.

Queste convinzioni rischiano di perpetuare disuguaglianze strutturali nel futuro panorama sociale ed educativo, condizionando scelte formative e professionali dei giovani e normalizzando dinamiche relazionali problematiche.

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