Libro 7 - Par. 25 - Studentville

Libro 7 - Par. 25

Cum in omnibus locis

consumpta iam reliqua parte noctis pugnaretur semperque hostibus spes victoriae redintegraretur, eo magis quod deustos pluteos

turrium videbant nec facile adire apertos ad auxiliandum animadvertebant, semperque ipsi recentes defessis succederent omnemque

Galliae salutem in illo vestigio temporis positam arbitrarentur, accidit inspectantibus nobis, quod dignum memoria visum

praetereundum non existimavimus. Quidam ante portam oppidi Gallus, qui per manus sebi ac picis traditas glaebas in ignem e

regione turris proiciebat, scorpione ab latere dextro traiectus exanimatusque concidit. Hunc ex proximis unus iacentem

transgressus eodem illo munere fungebatur. Eadem ratione ictu scorpionis exanimato alteri successit tertius et tertio quartus,

nec prius ille est a
propugnatoribus vacuus relictus locus quam restincto aggere atque omni ea parte submotis hostibus

finis est pugnandi factus.

Versione tradotta

Combattendosi in tutti i luoghi, passata ormai la restante parte della notte e sempre per i nemici si rinnovava la speranza

della vittoria, tanto più che vedevano bruciati i parapetti delle torri e capivano che (soldati) scoperti non potevano

avvicinarsi per soccorrere e mentre essi sempre avvicendavano (uomini) freschi agli spossati e ritenevano che tutta la salvezza

della Gallia era riposta in quel frammento di tempo, accadde, mentre noi guardavamo, quello che sembrò degno di menzione e noi

giudicammo non doversi trascurare. Un gallo davanti alla porta della città, che lanciava nel fuoco nella zona della torre zolle

di grasso e pece passate di mano in mano, trapassato dal fianco destro da uno scorpione cadde stramazzato.
Uno tra i vicini

passando su questo che giaceva (a terra) svolgeva lo stesso compito.
Al secondo stramazzato per la stessa ragione da un

colpo di scorpione successe un terzo ed al terzo un quarto e quel posto non fu lasciato vuoto dai difensori, prima che, spento

il terrapieno ed allontanati da tutta quella parte i nemici, fu messa la fine del combattere.

  • Letteratura Latina
  • De Bello Gallico di Gaio Giulio Cesare
  • Cesare
  • De Bello Gallico

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