Blackout Challenge: regole del gioco e suicidi - StudentVille

Blackout Challenge: regole del gioco e suicidi

Blackout Challenge: regole del gioco e suicidi

Blackout Challenge: cosa sapere su questo gioco pericoloso

Negli ultimi anni, con la diffusione delle regole di gioco di Blue Whale siamo piombati in una realtà che non conoscevamo: quella dei giochi virali in Rete che spingono tanti adolescenti a sfide pericolose con se stessi. Tra le vittime c’è Igor Maj, un quattordicenne di Milano che, digitando su Internet “giochi pericolosi in Rete” si è imbattutto in Blackout Challenge, una sfida pericolosa che esiste da un po’ di tempo su Internet ma poco nota, almeno tra gli adulti. Il gioco, noto anche come pass-out challenge o chocking game ha come obiettivo quello di provocare un momentaneo svenimento attarverso la deprivazione di ossigeno. Recentemente i riflettori si sono riaccesi sulla questione, in quanto il programma televisivo le Iene ha intervistato il padre di Igor, Ramon Maj, il quale dopo la tragica vicenda di cui è stato protagonista il figlio vuole che se ne parli sempre di più. Diventa importante, a questo punto, informare gli adulti e mettere in guardia i ragazzi: i genitori devono saperne di più per capire cosa frulla nella testa dei ragazzi, mentre i giovani devono conoscere le conseguenze negative e i pericoli legati a queste sfide virali.

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Le regole di Blackout Challenge

Il gioco esiste ormai da più di un decennio e i ragazzi in genere lo provano perché lo hanno fatto gli amici o l’hanno visto sui social. In Rete esistono infatti numerosi tutorial su come provocarsi un’ipossia cerebrale e quindi uno svenimento. La morte quindi non è intenzionale, ma è una conseguenza tragica di questa attività davvero sciocca e priva di senso. Anche se la mancanza di ossigeno potrebbe non portare alla morte in modo diretto, durante lo svenimento è possibile battere la testa, ferirsi o cadere: le conseguenze, soprattutto se si è soli, potrebbero essere fatali.

Pass-out Challenge: perché gli adolescenti lo fanno?

Sono tanti i motivi che spingono i ragazzi a cimentarsi in questi giochi pericolosi: ricordiamo che l’adolescenza è un periodo difficile, è il passaggio dall’età infantile a quella adulta che provoca spesso disagio e senso di inadeguatezza. Oggi essere adolescente è ancora più difficile, e per far parte del gruppo dei più forti occorre superare delle prove di coraggio che spesso si rivelano fatali. Altre volte a spingere un ragazzo a provocarsi uno svenimento è la voglia di provare emozioni forti, dettata anche dal senso di onnipotenza che caratterizza questa fascia d’età. Infine, secondo quanto leggiamo su Internet, alcuni ragazzi si deprivano dell’ossigeno anche a scuola, per evitare compiti e interrogazioni.

Blackout challenge: i suicidi

Anche se non intenzionali, sono tanti i suicidi provocati da questo terribile gioco, soprattutto negli Stati Uniti. Tra le vittime c’è Igor Maj, un ragazzino di 14 anni di Milano appassionato di arrampicata. Igor è stato trovato impiccato con una corda da roccia nella sua camera: in un primo momento si è pensato ad un suicidio, ma dopo attente indagini sono stati trovati gli ultimi video visti su YouTube e le ricerche effettuate su Google che rimandavano appunto alle regole di questo gioco. Sempre in Italia, a Tivoli un ragazzo è stato trovato morto soffocato con il cavo della sua playstation.

Blackout Challenge, come evitare conseguenze tragiche

Non è semplice capire cosa passa per la mente di un adolescente e per un adulto è difficile ritornare indietro nel tempo e mettersi nei panni di chi sta abbandonando l’età infantile e si accinge a diventare un novello adulto. Bisogna però fare attenzione ad ogni minimo particolare, ad ogni richiesta d’attenzione e cercare di aprirsi al dialogo il più possibile. L’informazione in questi casi è fondamentale: bisogna presentare le regole di questi giochi, farli ragionare su quanto sia sciocco darsi a queste attività e infine mostrare le conseguenze tragiche. Se un ragazzo vuole superare i propri limiti può farlo praticando uno sport o partecipando ad una sana competizione, fissando un obiettivo per poi raggiungerlo e crescere ad ogni tappa raggiunta, non dando retta a stupidi giochi che potrebbero portare a conseguenze tragiche come la morte.

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