Il forum Phica.eu rappresenta un caso emblematico di voyeurismo digitale sistematizzato. Attiva dal 2005 con oltre 200mila iscritti, la piattaforma ha operato per quasi vent’anni come archivio non autorizzato di immagini sottratte dai social network. Il database conteneva foto di donne comuni e figure pubbliche, dalle influencer alle attrici, fino a ministre e leader politiche come Giorgia Meloni, Elly Schlein e Chiara Ferragni.
Questi contenuti venivano estrapolati dal contesto originale e accompagnati da commenti sessisti e volgari, trasformando la piattaforma in una vetrina di oggettificazione femminile che prosperava indisturbata nell’ecosistema digitale italiano.
La struttura e catalogazione dei contenuti
L’archivio di phica.eu presenta un’organizzazione meticolosa che trasforma il voyeurismo digitale in una vera e propria infrastruttura sistematica. La piattaforma catalogava i contenuti attraverso sezioni dedicate alle donne di singole province italiane, creando raccolte tematiche che rendevano evidente il carattere non casuale dell’operazione.
Il modello organizzativo ricorda da vicino il gruppo Facebook “Mia Moglie”, smantellato nei mesi scorsi dopo la scoperta di migliaia di immagini intime condivise senza consenso. Tuttavia, phica.eu operava con una struttura ancora più capillare, resistendo dal 2005 attraverso un flusso costante di materiali sottratti.
Le immagini, provenienti sia da contesti pubblici che privati, venivano sistematicamente decontestualizzate e trasformate in oggetti di consumo. Foto di eventi istituzionali, scatti in costume durante vacanze private, momenti di vita quotidiana: tutto veniva catalogato al dettaglio, creando quello che Valeria Campagna ha definito un “gigantesco strumento di controllo e possesso“.
Le denunce e testimonianze delle vittime
La prima a rompere il silenzio è stata Valeria Campagna, capogruppo Pd al consiglio comunale di Latina, che ha scoperto le proprie immagini nella sezione politica del forum. Scatti in bikini, foto di eventi pubblici e momenti privati erano stati trasformati in materiale di consumo sessista.
“Oggi sono schifata, arrabbiata, delusa. Ma non posso tacere: questa storia riguarda il diritto di tutte noi di vivere senza paura“, ha dichiarato la consigliera.
Al coro di proteste si sono unite altre esponenti dem: l’eurodeputata Alessandra Moretti ha denunciato la sottrazione sistematica di immagini e spezzoni tv, mentre la parlamentare Lia Quartapelle ha definito il portale un “forum porno”. L’ex deputata Alessia Morani ha annunciato azioni legali per tutelare la propria dignità.
Anche il mondo delle influencer e creator è stato colpito. La doppiatrice Arianna Craviotto ha espresso tutta la sua rabbia: “Non so neanche quantificare la rabbia che ho in questo momento“. L’ex tronista Vittoria Deganello e l’attrice Greta Ragusa hanno raccontato di aver trovato anni di contenuti condivisi senza autorizzazione, contenuti “normalissimi” da Instagram sessualizzati e decontestualizzati.
Le conseguenze legali e la chiusura della piattaforma
La chiusura di phica.eu è arrivata nelle ultime ore, dopo l’esplosione del caso mediatico. I gestori hanno pubblicato un comunicato difensivo, sostenendo che la piattaforma fosse nata come luogo di discussione e condivisione personale, ma degenerata a causa di utenti che ne hanno stravolto lo spirito originario.
“Nonostante gli sforzi, non siamo riusciti a bloccare in tempo i comportamenti tossici“, hanno dichiarato, tentando di prendere le distanze dalle responsabilità.
La polizia postale ha avviato accertamenti per ricostruire la filiera delle immagini sottratte e identificare gli autori dei commenti sessisti. Le indagini mirano a stabilire le responsabilità penali legate alla violazione della privacy e allo sfruttamento dell’immagine.
Il precedente del gruppo Facebook “Mia Moglie”, smantellato da Meta per violazione delle policy contro lo sfruttamento sessuale online, offre un termine di paragone per le possibili conseguenze legali. La vicenda riapre il dibattito sul confine tra libertà digitale e tutela della dignità, evidenziando la necessità di normative più stringenti per contrastare il voyeurismo online sistematico.