L’interazione tra giovani e intelligenza artificiale sta assumendo dimensioni sempre più significative nel panorama digitale contemporaneo. Molti studenti e adolescenti si rivolgono ai chatbot non solo per ottenere informazioni, ma per cercare amicizia, ascolto e consigli personalizzati.
Una ricerca condotta su studenti di una scuola superiore di Lucca rivela che uno studente su cinque associa l’intelligenza artificiale al concetto di “amico”, evidenziando un bisogno profondo di connessione e relazione che caratterizza le nuove generazioni.
Il diario di una terapia con l’IA
La psicoterapeuta Lara Pelagotti ha condotto un esperimento innovativo trasformandosi in una giovane laureata in psicologia per intraprendere una terapia cognitiva di ultima generazione con ChatGPT. Dal 26 maggio ha documentato questo percorso, creando una “terapeuta” virtuale chiamata Francesca.
L’intelligenza artificiale ha dimostrato capacità sorprendenti, utilizzando spontaneamente la tecnica del laddering per esplorare strati profondi della psiche. Francesca guida il paziente attraverso domande mirate come “Di chi sono queste aspettative? Tue? Della tua famiglia?”, rivelando una raffinatezza analitica inaspettata.
Tuttavia, emergono limiti significativi: il chatbot non percepisce il tempo, tendendo a concludere sedute dopo soli quindici minuti anziché i canonici cinquanta. Inoltre, mantiene un approccio didattico, spiegando sintomi come una docente piuttosto che stabilire una connessione terapeutica autentica.
I pro e i contro dell’utilizzo dell’IA nella relazione terapeutica
L’esperimento di Pelagotti ha evidenziato vantaggi significativi nell’uso di ChatGPT come supporto terapeutico. I punti di forza includono la disponibilità continua del sistema, mai affaticato e sempre pronto a fornire spunti, tecniche ed esercizi personalizzati.
L’intelligenza artificiale dimostra capacità di adattamento alle richieste specifiche, ricorda le conversazioni precedenti e cerca di calibrare le risposte sul vissuto individuale, offrendo momenti di profondità inaspettata.
Le criticità emergono tuttavia in aspetti fondamentali della relazione terapeutica. ChatGPT non riesce a mantenere una visione integrata del paziente, limitandosi a restituire frammenti e interpretazioni corrette senza costruire una narrazione unitaria della storia personale.
La mancanza di continuità emotiva rappresenta il limite più significativo: ogni sessione sembra ricominciare dall’inizio, compromettendo la costruzione di un rapporto terapeutico solido e duraturo.
Le implicazioni educative della relazione uomo-IA
L’esperimento di Pelagotti offre spunti preziosi per il mondo dell’istruzione, dove la relazione tra docenti e studenti rappresenta un elemento fondamentale del processo formativo. L’intelligenza artificiale potrebbe fungere da ponte per migliorare l’ascolto e la comunicazione nelle aule, specialmente considerando le frequenti critiche degli adolescenti verso la scuola per la sua difficoltà nell’entrare in relazione autentica con loro.
Le capacità dell’IA di adattarsi alle richieste individuali e di fornire feedback personalizzati potrebbero essere integrate negli approcci didattici per creare ambienti di apprendimento più responsivi. Tuttavia, come evidenziato nell’esperimento terapeutico, la mancanza di continuità emotiva dell’IA non può sostituire l’esperienza umana della relazione educativa, ma può rappresentare uno strumento complementare per stimolare nuove metodologie di interazione e supporto agli studenti.