Data indicativa per la firma: 5 novembre 2025. Il comparto interessato è Istruzione, Università e Ricerca; la sottoscrizione permetterebbe il passaggio immediato al ciclo successivo di contrattazione. Sul piano economico la bozza prevede aumenti medi e una liquidazione di arretrati a partire dal 2022. Serve conferma ufficiale della firma e pubblicazione del testo definitivo della bozza economica. Il ministro Zangrillo ha parlato di «sensazioni buone» sulla chiusura imminente e tempistiche.
La trattativa per il rinnovo contrattuale
La trattativa è nella sua fase finale, con l’Aran che ha richiamato le organizzazioni sindacali al tavolo per completare gli ultimi passaggi tecnici. L’attenzione è concentrata sulla definizione puntuale della parte economica del contratto 2022‑2024, compresi gli importi e le modalità di erogazione.
Il ministro Zangrillo ha parlato di «sensazioni buone», ipotizzando la possibilità di una firma già il 5 novembre 2025. Una sottoscrizione aprirebbe immediatamente il nuovo ciclo di contrattazione per il comparto Istruzione, Università e Ricerca, con attivazione delle procedure per gli adeguamenti retributivi, e i tempi certi.
Le posizioni sindacali e dettagli degli aumenti
I dettagli numerici
Secondo la bozza, l’aumento medio previsto è di circa 150 euro mensili per i docenti e 110 euro per il personale ATA. Il documento indica range differenziati: per i docenti dagli 110 ai 185 euro lordi al mese; per gli ATA dagli 85 ai 194 euro lordi mensili.
Nel complesso l’incremento pesa per circa il 6% sulla massa salariale del comparto, con arretrati calcolati a partire dal 2022, stimati lordi.
Le reazioni sindacali
La FLCGIL risulta orientata a un no netto sulla bozza, mentre UIL, SNALS e Gilda hanno espresso invece incertezza e valutazioni interne. Divergenze possono rallentare la firma e richiedere ulteriori confronti o assemblee sindacali prima di pronunciamenti ufficiali, con possibili rinvii nei tempi di erogazione e verifiche da parte dell’Aran.
Gli anticipi, la una tantum e gli arretrati: entità e tempistiche
Oltre il 60% degli importi previsti dal rinnovo è già stato erogato anticipatamente grazie al Decreto‑Legge 145/2023, con pagamenti distribuiti tra il 2023 e il 2024. A parte, è prevista una una tantum di 142 euro lordi finanziata dal comparto mediante il Decreto‑Legge 127/2025, voluto dal ministro Valditara.
Gli arretrati, calcolati dal 2022, ammontano a circa 1.444 euro lordi per dipendente; saranno corrisposti con specifici mandati di pagamento dopo la firma del contratto, secondo il cronoprogramma amministrativo e verifiche contabili.
La simulazione per i docenti
Il Messaggero propone tre casi: docente neoassunto (+110 euro lordi/mese); docente con esperienza media (+150 euro lordi/mese); docente con fascia alta (+185 euro lordi/mese). Gli arretrati stimati sono circa 1.444 euro lordi a dipendente con differenze per ruolo e anzianità.
Le implicazioni operative per il personale
Dopo la firma gli aumenti decorrono dalla data indicata: pagamenti arretrati, calendarizzati dagli uffici paghe; verificare cedolino e comunicati ufficiali.