Crosetto propone il servizio militare volontario: modelli europei e DDL in arrivo

Crosetto propone il servizio militare volontario: modelli europei e DDL in arrivo

Il ministro della Difesa annuncia una proposta di servizio militare su base volontaria, senza obbligo. Il modello si ispira agli esempi di Francia e Germania.
Crosetto propone il servizio militare volontario: modelli europei e DDL in arrivo

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato l’intenzione di proporre un nuovo servizio militare in Italia, chiarendo subito un aspetto cruciale: non si tratta di un ritorno all’obbligo. L’ipotesi è esclusivamente su base volontaria, per evitare allarmismi tra i giovani neodiplomati che stanno pianificando il proprio futuro universitario o professionale.

Crosetto presenterà una bozza di disegno di legge prima in Consiglio dei Ministri, poi in Parlamento. Durante una conferenza stampa a Parigi, il ministro ha precisato: “È uno schema che prevede una volontarietà”, dissipando ogni dubbio su una possibile obbligatorietà.

La proposta potrebbe comunque avere ricadute sulle scelte post-diploma, offrendo ai giovani un’opportunità formativa e professionale alternativa. L’iniziativa nasce dalla necessità di rafforzare la difesa nazionale in un contesto geopolitico sempre meno sicuro.

Il modello europeo: i riferimenti a Francia e Germania

Per definire i contorni della proposta italiana, Crosetto ha richiamato due esempi concreti già operativi in Europa: il modello francese e il modello tedesco.

La Francia ha adottato un sistema totalmente volontario, lasciando ai giovani la libertà di scegliere se avvicinarsi alle forze armate senza alcun automatismo. La Germania, invece, combina la volontarietà con meccanismi di automatismo specifici, che consentono un ingaggio più strutturato pur mantenendo la libertà individuale al centro.

Secondo il ministro, l’impostazione italiana si avvicinerà maggiormente al quadro tedesco: “È uno schema che in qualche modo non è molto diverso da quello tedesco, perché prevede una volontarietà”.

Il confronto con questi modelli serve a inquadrare la riforma dentro una cornice europea attuale, senza copiare pedissequamente le esperienze altrui ma adattandole alle esigenze nazionali.

L’obiettivo del ddl: organizzazione e regole d’ingaggio

Il disegno di legge annunciato da Crosetto non si concentrerà sul numero di militari da reclutare, ma punta a ridefinire l’organizzazione interna e le regole d’ingaggio delle Forze Armate italiane. L’obiettivo dichiarato è costruire uno strumento moderno ed efficace, capace di rispondere alle sfide di difesa dei prossimi anni.

La priorità è dunque l’architettura dello strumento militare: un aggiornamento delle procedure operative e della governance che garantisca maggiore efficienza sul campo. Secondo il Ministro, la riforma riguarderà la struttura complessiva delle forze, con regole condivise che possano adattarsi ai nuovi scenari internazionali.

Non si tratta quindi di un dibattito quantitativo, ma di una revisione qualitativa che mira a rendere il sistema difensivo più coerente e reattivo di fronte alle mutate esigenze di sicurezza globale.

Il contesto di sicurezza: aumento forze e riserva

La proposta di Crosetto nasce dalla valutazione di una minore sicurezza globale nei prossimi anni. Il ministro ha delineato una strategia articolata per rafforzare la capacità di difesa nazionale.

L’obiettivo è invertire la tendenza ai tagli subiti dalle Forze Armate negli ultimi 10‑15 anni. La riforma punta a tre pilastri fondamentali: incrementare il numero di militari, istituire una riserva operativa attivabile durante crisi internazionali e superare definitivamente la logica di spending review applicata alla difesa.

Il ministro ha sottolineato come tutte le nazioni europee stiano riconsiderando i modelli di riduzione adottati in passato. L’Italia deve allinearsi a questa riflessione comune, rafforzando uno strumento difensivo adeguato alle sfide contemporanee e garantendo al Paese le risorse necessarie per fronteggiare scenari di instabilità.

Il percorso parlamentare: condivisione e tempi

Il ministro Crosetto ha posto l’accento sulla condivisione democratica come pilastro della riforma. Le decisioni sulla difesa devono nascere nel luogo che rappresenta il popolo: il Parlamento.

Il Ministero della Difesa metterà a punto una traccia iniziale, ma la bozza sarà sottoposta al confronto con tutte le forze politiche. L’obiettivo è che il testo venga discusso, ampliato e integrato attraverso il dibattito parlamentare, garantendo così legittimità e solidità alla norma.

Questo metodo punta a costruire uno strumento di difesa condiviso per il futuro del Paese, superando logiche di parte e valorizzando il contributo delle diverse sensibilità presenti in Parlamento.

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