Decreto 31 luglio 2025: le competenze del volontariato ora riconosciute a scuola e nei concorsi pubblici

Decreto 31 luglio 2025: le competenze del volontariato ora riconosciute a scuola e nei concorsi pubblici

Il Decreto del 31 luglio 2025 riconosce ufficialmente le competenze acquisite nel volontariato, rendendole spendibili nei percorsi scolastici e nelle procedure concorsuali per l'impiego pubblico.
Decreto 31 luglio 2025: le competenze del volontariato ora riconosciute a scuola e nei concorsi pubblici

Il Decreto del 31 luglio 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale n. 248 del 24 ottobre 2025, è emanato ufficialmente dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con i ministri dell’Istruzione e del Merito, dell’Università e della Ricerca e della Pubblica Amministrazione. È atto di attuazione dell’art. 19, comma 2, del Decreto legislativo n. 117 del 3 luglio 2017 (Codice del Terzo Settore) e disciplina il riconoscimento nazionale delle competenze acquisite nel volontariato.

La definizione e gli ambiti di riconoscimento delle competenze

Il decreto definisce criteri per il riconoscimento delle competenze acquisite tramite attività o percorsi di volontariato, specificando che tali competenze possono essere valutate e attestate per essere rese spendibili in contesti formativi e professionali. Le competenze interessate comprendono abilità tecniche, organizzative e relazionali sviluppate durante il servizio volontario.

Il riconoscimento è finalizzato a permettere la portabilità nel Sistema nazionale di certificazione delle competenze, così da integrare gli esiti del volontariato nei percorsi scolastici e nelle procedure selettive per l’accesso al lavoro pubblico e privato con valore probatorio riconosciuto dalle amministrazioni.

Il ruolo degli enti del terzo settore

Il decreto individua gli Enti del Terzo Settore (ETS) come soggetti titolati all’erogazione dei servizi di individuazione delle competenze acquisite durante lo svolgimento di attività di volontariato. Gli ETS assumono una funzione operativa: conducono le attività di rilevazione, validazione e documentazione delle competenze, collaborando con gli enti pubblici titolari per garantire la corrispondenza ai criteri stabiliti.

La norma attribuisce quindi agli ETS un ruolo centrale effettivo nella procedura di accertamento.

La procedura di valutazione e riconoscimento (art. 6)

L’art. 6 dispone che le competenze acquisite nel volontariato sono valutate su richiesta della persona: la domanda attiva avvia la procedura di accertamento. La valutazione conduce al riconoscimento delle competenze secondo i criteri e le procedure definiti da ciascun ente pubblico titolare per il proprio ambito di competenza.

Le attestazioni risultanti dalla procedura sono riconoscibili e possono essere utilizzate come elementi utili nelle procedure concorsuali per l’impiego nelle pubbliche amministrazioni. Il processo prevede la documentazione delle attività, la verifica delle evidenze e l’eventuale integrazione con percorsi di validazione formale. I tempi e le modalità sono stabiliti dagli enti pubblici competenti.

Le implicazioni operative per scuole, studenti e candidati ai concorsi pubblici

Nel settore scolastico il decreto consente che le competenze maturate nel volontariato siano riconosciute e utilizzate nel percorso formativo e nella certificazione, favorendo la portabilità nel Sistema nazionale di certificazione delle competenze. Per i concorsi pubblici, le attestazioni derivanti dal riconoscimento possono essere valutate nelle procedure di selezione.

Gli enti pubblici titolari sono responsabili di definire i criteri e le procedure di valutazione previsti dal decreto a vantaggio dei candidati.

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