DIMMI CHE UMORE HAI E TI DIRO' CHE COLORE VEDI. Siete mai stati in un ospedale o in uno studio dentistico dalle pareti rosso fuoco? Siamo pronti a scommettere di no, e in effetti la ragione è molto semplice: è ormai noto da tempo che i colori influenzano le nostre emozioni, le nostre sensazioni e persino il nostro umore. Utilizzare un colore stimolante e aggressivo come il rosso, invece dei più rilassanti blu e verde, sarebbe davvero controproducente in un ambiente dove si sta molto attenti alle condizioni psicofisiche dei pazienti. Ma a quanto sembra può avvenire anche l'esatto opposto, ovvero che il nostro stato d'animo pregresso possa influenzare il modo in cui percepiamo i colori. È quanto scoperto da Christopher Thorstenson, Adam Pazada ed Andrew Elliot, tre ricercatori di psicologia presso l'Università di Rochester, secondo i quali l'esperienza emozionale e la percezione del colore sono collegati in qualche modo.
L'UMORE INFLUENZA LA PERCEZIONE DEI COLORI: ECCO PERCHE'. Utilizzando circa 120 studenti come delle cavie, i ricercatori hanno mostrato loro un videoclip con un'atmosfera allegra oppure uno piuttosto triste. In seguito hanno chiesto di identificare e descrivere il colore che sarebbe stato loro mostrato: coloro che avevano visto il filmato piacevole sono stati maggiormente in grado di attribuire la giusta sfumatura al colore (o almeno, hanno usato il termine che più comunemente viene usato per identificare quello spettro di luce), mentre gli altri cui era toccato il video più deprimente hanno avuto maggiori difficoltà, arrivando a descrivere un quadrato palesemente blu come azzurro o celeste.
Attenendosi al rigore del metodo scientifico i ricercatori hanno poi ripetuto il test utilizzando una clip neutrale e un'altra triste: i risultati sono stati molto simili, lasciando supporre che davvero ciò che proviamo possa influenzare la nostra percezione cromatica.
A quanto sembra, però, questa discrepanza viene avvertita in modo molto maggiore per quanto riguarda i colori dell'asse blu-giallo, mentre i due livelli sembrano essere praticamente identici se agli studenti viene chiesto di descrivere un colore posto sull'asse rosso-verde.
Se si volesse assumere il ruolo dei bastian contrari, varrebbe la pena riportare l'ipotesi secondo la quale forse è semplicemente più difficile descrivere un colore al quale siamo soliti associare molte più sfumature differenti come il blu, piuttosto che uno più “monolitico” quale il rosso.
O forse si tratta di un ulteriore elemento da prendere in considerazioni nei prossimi studi, dato che il paper del terzetto dell'università di Rochester è stato ritirato in seguito ad alcune critiche piuttosto pungenti da parte della comunità scientifica.
In ogni caso ricordiamoci che le emozioni tradizionalmente associate ai colori rimangono ancora piuttosto valide, almeno per quanto riguarda la percezione comune: per cui se volete catturare l'attenzione e sedurre qualcuno usate il rosso, se volete comunicare tranquillità il blu, se volete deprimere chi vi sta intorno il grigio e così via…
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