Una studentessa veronese di 36 anni, con già in tasca la laurea in Scienze dell’educazione, si è trovata davanti a un bivio professionale. Determinata a proseguire il suo percorso accademico, aveva pianificato l’iscrizione a una laurea magistrale in Psicologia clinica e della riabilitazione presso un’università telematica.
Il cambio di direzione e di ateneo, tuttavia, ha rivelato un ostacolo apparentemente insormontabile: la mancanza di specifici crediti formativi universitari indispensabili per l’ammissione al nuovo corso. La vicenda, risalente ad aprile 2024, rappresenta il classico caso di uno studente che, trovandosi in difficoltà con i requisiti d’accesso, ha cercato soluzioni alternative anziché affrontare il percorso legittimo.
Le ragioni dietro una decisione disperata
Il desiderio di proseguire il percorso accademico ha spinto la 36enne veronese verso una scelta rischiosa e illegale. La studentessa, trovandosi di fronte all’ostacolo dei crediti mancanti necessari per accedere alla specialistica in Psicologia clinica, ha preferito non interrompere il suo progetto formativo.
Anziché recuperare i crediti attraverso esami supplementari, ha optato per la via più breve: falsificare il curriculum universitario. Ha così inserito esami mai sostenuti e presentato una falsa certificazione che attestava competenze mai acquisite, apparentemente rilasciata da un’altra università telematica. Una scorciatoia che rifletteva l’urgenza e la determinazione di non rinunciare ai propri obiettivi accademici.
La denuncia e il processo rapido
Il tentativo di falsificazione non è passato inosservato, portando all’apertura di un’indagine penale con sede a Roma. La studentessa veronese è stata prontamente iscritta nel registro degli indagati, trovandosi ad affrontare le conseguenze del suo gesto.
Ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini, la 36enne ha scelto di evitare il processo optando per un patteggiamento. La proposta di 4 mesi di reclusione con sospensione della pena è stata accolta sia dal giudice che dalla Procura, considerando anche le attenuanti generiche riconosciute. Come dichiarato dal suo avvocato, la giovane ha affrontato “l’imputazione elevata nei suoi confronti con estrema lealtà”.
I rischi nascosti dietro una firma falsa
La tentazione di aggirare gli ostacoli attraverso scorciatoie illegali può costare molto più di quanto si immagini. Falsificare crediti universitari non rappresenta solo un reato perseguibile legalmente, ma innesca una reazione a catena che può compromettere irreparabilmente la credibilità professionale futura.
L’integrità accademica costituisce infatti un valore fondamentale che le università difendono con determinazione. Per uno studente, macchiare il proprio percorso con azioni fraudolente significa minare le basi stesse della propria formazione e trasgredire il patto di fiducia con l’istituzione. Meglio affrontare qualche esame in più o riprogrammare il proprio percorso piuttosto che rischiare di vedere vanificati anni di studio e sacrifici.