Un disegno di legge bipartisan, attualmente in esame presso l’VIII commissione del Senato, propone di vietare l’apertura di account sui social network e sulle piattaforme di condivisione video ai minori fino al compimento dei 15 anni. Il provvedimento, sostenuto da senatori di maggioranza e opposizione (Pd e Iv), si ispira al modello legislativo australiano e prevede l’implementazione di un mini-portafoglio digitale nazionale entro il 30 giugno 2026 per la verifica dell’età degli utenti. L’iniziativa nasce da un lungo confronto con la Commissione europea.
L’impatto sui minori
La normativa proposta mira a contrastare l’accesso precoce ai social network, prevenendo lo sviluppo di dipendenze digitali durante l’adolescenza. Il provvedimento, soprannominato anti baby-influencer, segue il modello legislativo australiano già implementato con successo.
Sebbene la misura possa generare un temporaneo isolamento digitale per i minori sotto i 15 anni, l’obiettivo primario resta la protezione dei giovani utenti da contenuti inappropriati e dinamiche social potenzialmente dannose per lo sviluppo cognitivo ed emotivo.
Il ruolo dei genitori nell’educazione digitale
La proposta legislativa pone al centro il coinvolgimento attivo dei genitori nell’educazione digitale dei figli, superando la tendenza a delegare tale responsabilità a terzi. Secondo la Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Marina Terragni, il divieto per legge facilita il “no” genitoriale, rendendo meno difficile stabilire limiti chiari in famiglia.
Tuttavia, la Garante sottolinea che l’efficacia del provvedimento dipende dall’auto-regolamentazione degli adulti: i genitori devono interrogarsi sulla propria dipendenza digitale prima di educare i figli. “Non possono pensare di delegare i compiti educativi a una legge, allo psicologo o alla scuola”, evidenzia Terragni, richiamando la necessità di un approccio educativo coerente e responsabile.
I meccanismi di controllo
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni avrà il compito di monitorare l’attuazione della legge, verificando che i fornitori di servizi social rispettino le nuove disposizioni. Il sistema prevede l’implementazione di un mini-portafoglio digitale nazionale, che dovrà essere operativo entro il 30 giugno 2026 per consentire la verifica dell’età degli utenti.
L’Agcom pubblicherà annualmente un report dettagliato sui dati acquisiti, garantendo trasparenza sull’efficacia delle misure adottate e sull’andamento dell’applicazione normativa.