Avete presente tutte quelle volte in cui andiamo in una stanza per prendere qualcosa e ci scordiamo cosa stiamo cercando? Oppure quando scordiamo un nome, dove abbiamo messo il cellulare o la data di un compleanno (fortuna che Facebook ci aiuta in questo)? Ci sentiamo tutti un po’ sbadati, a volte molto sbadati, ma in realtà sembra che non solo questo sia un comportamento normale, ma addirittura sia meglio così!
A dirlo sono due ricercatori canadesi che hanno messo in evidenza come dimenticare sia altrettanto importante che ricordare. I due ricercatori dell’Università di Toronto, nel loro lavoro pubblicato su Neuron, come riporta Focus, sostengono che la memoria non sia tanto la capacità di ricordare tutto, ma piuttosto un meccanismo equilibrato di fissazione e perdita dei ricordi, per cui tutti i nostri ricordi sarebbero filtrati e, a seconda dei casi, eliminati.
L’indebolimento delle connessioni sinaptiche potrebbe essere alla base della perdita dei ricordi, così come il loro rafforzarsi consente il consolidarsi della memoria. In alternativa, la perdita dei ricordi potrebbe derivare dalla creazione di nuove connessione sinaptiche che sovrascrivono quelle precedenti. Trovare il giusto equilibrio tra ricordare e dimenticare, quindi, consentirebbe a ognuno di noi di adattarsi a nuove situazioni, rispondendo nel migliore dei modi e dimenticando quelle informazioni non utili, datate o addirittura fuorvianti.
Se ci pensate bene, Sherlock Holmes era arrivato da tempo a questa conclusione: il suo essere espertissimo in alcune materie, in grado di memorizzare dettagli e informazioni incredibili, derivava dal fatto che volutamente si disinteressasse o dimenticasse subito tutte le informazioni non rilevanti al suo modo di operare proprio perché impossibile immagazzinare tutti i ricordi e le informazioni. Il nostro cervello deve quindi operare una selezione, che spesso si basa sull’utilità dei ricordi a seconda delle situazioni che viviamo.