Il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato nel luglio 2025 rivela un quadro allarmante: le infezioni sessualmente trasmesse stanno crescendo rapidamente in Italia, con i giovani under 25 particolarmente colpiti. I dati aggiornati al 31 dicembre 2023 mostrano aumenti significativi per tutte le principali IST: la gonorrea registra un incremento dell’83,2%, la sifilide primaria e secondaria del 25,5%, mentre la clamidia cresce del 21,4%.
Parallelamente, i test per la clamidia sono aumentati del 35,7%, indicando una maggiore consapevolezza diagnostica. La clamidia risulta tre volte più frequente nei giovani tra 15 e 24 anni rispetto agli over 25, con un’età mediana dei pazienti di 29 anni. Anche la gonorrea colpisce prevalentemente gli under 45 con età mediana di 31 anni, confermando una tendenza preoccupante che coinvolge principalmente le fasce d’età più giovani della popolazione italiana.
I fattori di rischio e comportamenti
L’analisi dell’Istituto Superiore di Sanità identifica comportamenti specifici che aumentano drasticamente la vulnerabilità dei giovani alle infezioni sessuali. Il dato più significativo riguarda la promiscuità: il 20% dei giovani con clamidia ha avuto 6 o più partner sessuali nei sei mesi precedenti la diagnosi, evidenziando un pattern comportamentale ad alto rischio.
La scarsa consapevolezza rappresenta un ulteriore elemento critico: molti giovani non riconoscono sintomi, ignorano le possibili complicanze e sottovalutano le modalità di trasmissione delle IST. Questa lacuna informativa si traduce in diagnosi tardive e maggiore diffusione dell’infezione.
L’accesso limitato a screening sistematici aggrava la situazione, con programmi di prevenzione insufficienti per intercettare i giovani asintomatici e fornire test regolari.
L’impatto dell’HIV e connessione con IST
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità rivelano un collegamento allarmante tra infezioni sessualmente trasmesse e HIV: nel 2023, il 12,6% delle persone con una IST risultava anche HIV positivo. Questa prevalenza è 40 volte superiore rispetto alla popolazione generale, evidenziando come la presenza di altre infezioni sessuali aumenti drasticamente la vulnerabilità al virus dell’immunodeficienza.
Questo dato assume particolare rilevanza nel contesto giovanile, dove l’incremento delle IST tradizionali crea un terreno fertile per la trasmissione dell’HIV. Le infezioni come clamidia e gonorrea, infatti, compromettono le barriere naturali dell’organismo, facilitando l’ingresso del virus durante i rapporti sessuali non protetti.
Le misure di prevenzione e interventi
Il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità evidenzia strategie specifiche per contrastare la diffusione delle infezioni sessuali tra i giovani. L’accesso facilitato a diagnosi precoce e test gratuiti rappresenta la prima linea di difesa, permettendo l’identificazione tempestiva delle IST anche in soggetti asintomatici.
La promozione dell’uso corretto del preservativo rimane fondamentale per ridurre il rischio di trasmissione, mentre il rafforzamento della vaccinazione contro l’HPV ha già dimostrato efficacia riducendo del 21,4% i casi di condilomi ano-genitali.
L’educazione sessuale deve concentrarsi sulle “regole del sesso sicuro”: limitare il numero di partner, utilizzare protezioni barriera ed evitare droghe e alcol prima dei rapporti sessuali. Campagne informative mirate ai giovani risultano essenziali per aumentare la consapevolezza sui sintomi e le complicanze delle IST.