Il contesto digitale: da Fomo a Jomo
Il panorama digitale contemporaneo è caratterizzato dalla presenza pervasiva dei social network, che hanno trasformato radicalmente le modalità di interazione e comunicazione. In questo contesto, la FOMO (Fear of Missing Out) ha rappresentato per anni il fenomeno dominante, descrivendo l’ansia diffusa di restare esclusi da eventi, opportunità o momenti significativi osservati attraverso i feed digitali.
Questa sensazione di esclusione nasce dall’esposizione continua agli aggiornamenti altrui, generando un senso di urgenza sociale e la paura costante di “rimanere indietro”. Tuttavia, emerge oggi una risposta alternativa: la JOMO (Joy of Missing Out), che rappresenta un approccio completamente diverso alla gestione della sovraesposizione digitale e dello stress tecnologico, proponendo una scelta consapevole di disconnessione.
L’approccio consapevole: la definizione operativa di Jomo
La Joy of Missing Out rappresenta una scelta intenzionale di disconnessione dalle attività digitali non essenziali per ritrovare equilibrio personale. Secondo la definizione di Phelan (2018), si tratta di un sentimento di soddisfazione interiore che emerge dalla decisione consapevole di disimpegnarsi da eventi sociali o interazioni online superflue.
La Jomo non equivale a isolamento sociale, ma costituisce una strategia operativa per la valorizzazione del tempo dedicato a sé stessi. Come evidenziato dal sociologo Laurence Rees (2017), l’elemento distintivo risiede nell’intenzionalità con cui si decide di rifiutare notifiche, aggiornamenti o eventi digitali, privilegiando attività che generano reale benessere.
L’analisi empirica: evidenze di studi e ricerche sul fenomeno
Le ricerche condotte durante il periodo pandemico hanno fornito dati significativi sui benefici della Jomo. Lo studio di Jacobsen (2021) ha dimostrato come questo approccio possa fungere da efficace antidoto alla Fomo, generando una maggiore soddisfazione emotiva e mentale negli utenti che scelgono consapevolmente di disconnettersi.
Un aspetto interessante emerge dalla ricerca di Aitamurto et al. (2021), che ha evidenziato come Fomo e Jomo possano coesistere nella stessa persona. Gli utenti sperimentano simultaneamente il timore di perdersi esperienze online e la soddisfazione derivante dalla selezione consapevole dei contenuti da seguire.
L’indagine di Rautela & Sharma (2022) ha stabilito una correlazione diretta tra l’uso problematico di Internet, la stanchezza da social media e il crescente desiderio di disconnessione. Contrariamente alle aspettative, la ricerca ha rivelato che la Fomo non incide direttamente sulla stanchezza digitale, mentre l’uso intensivo dei social network rappresenta il fattore principale di affaticamento mentale.
La riscoperta del sé: implicazioni e benefici sul benessere emotivo
La scelta di limitare l’esposizione ai social media attraverso la Jomo favorisce significativamente l’autoaccettazione e migliora la qualità delle interazioni nella vita reale. Questa pratica consente di ridurre la sensazione di isolamento paradossale che spesso accompagna l’iperconnessione digitale.
Le pause consapevoli dalla tecnologia offrono vantaggi concreti in un contesto dominato da notifiche continue e aggiornamenti costanti. L’interruzione del flusso digitale permette di recuperare spazi mentali per la riflessione personale e la cura delle relazioni significative, elementi essenziali per il benessere psicologico.
Una gestione intenzionale del tempo online produce effetti misurabili sulla soddisfazione emotiva complessiva. La Jomo non elimina completamente i social media, ma li ridimensiona strategicamente, creando un equilibrio sostenibile tra vita digitale e reale che promuove una maggiore consapevolezza di sé.