La lettera di sfogo di una maturanda - Studentessa

La lettera di sfogo di una maturanda: "il modo in cui ragioni è lo stesso delle scimmie"

Una maturanda ha affidato il suo sfogo sull'ultimo anno scolastico in una lettera nella quale lo analizza e punta il dito contro una professoressa che le ha detto di non essere capace di comprendere la sua materia.
La lettera di sfogo di una maturanda:

Lo sfogo di una maturanda nella sua lettera aperta

L’ultimo anno di scuola rappresenta per gli studenti un periodo di dubbi sul futuro, di grandi aspettative, ma anche di sfide e crescita personale. E non è raro che, al termine degli esami di maturità, si tirino le somme e si facciano anche delle riflessioni in merito. E’ proprio quello che ha fatto una maturanda, che non si è limitata ad analizzare i suoi ultimi 9 mesi di scuola, ma che ha anche deciso di condividerle in una lettera aperta nella quale riflette sull’anno appena trascorso. E nella quale, oltre a riconoscere di non avere dato il massimo, esprime il suo malcontento verso una professoressa che avrebbe potuto sostenerla molto di più.

Il dispiacere per l’immagine che è trasparita

“Gentilissimi commissari, ho scritto questa lettera con l’intento di mettere in mostra quella che sono veramente, dato che in questi 5 anni non mi è stata data l’opportunità di farlo”

Inizia così la missiva – riportata dal portale Terzobinario.it – che la studentessa ha deciso di indirizzare ai suoi professori e a chi si è occupato di esaminarla durante la maturità. La ragazza prosegue dicendo di essere dispiaciuta per l’immagine che di lei è trasparita durante i 5 anni delle superiori, ma in particolar modo nell’ultimo.

“La sensazione che ho avuto è stata quella di apparire come la manifestazione di disinteresse e pigrizia. Perché se tieni gli occhi fissi sul banco, non stai ascoltando. Se hai una brutta media, non stai studiando. Se non dici la tua in classe, non rientri in uno dei requisiti per meritare un banale 10 in condotta”

E, invece, non la pensa così la studentessa, che dice di essere razionale e di essere in grado di analizzarsi oggettivamente. Riconosce dunque di non essere stata al pari delle aspettative e delle sue possibilità.

“Il modo in cui ragioni tu è lo stesso delle scimmie”

Ma, allo stesso tempo, dice che preferisce rimanere coerente con se stessa anche se questo significa ottenere un voto in meno in pagella. “Ci viene detto di non essere solo un voto, ma poi se non hai una buona media puoi sentirti umiliato dalla tua stessa insegnante che davanti all’intera classe dice: “Non sei in grado di studiare autonomamente la mia materia. Devi farti aiutare da uno dei tuoi compagni, hai bisogno di un tutor. Perché il modo in cui ragioni tu è lo stesso delle scimmie, da sola non puoi farcela.”

La ragazza fa riferimento a un episodio accadutole in prima persona, ma non vuole far passare il messaggio che tutti i professori siano uguali, anzi. In altri casi ha riscontrato disponibilità e comprensione. Tuttavia, non sono bastati a evitare che l’amarezza prendesse il sopravvento, specie assistendo a situazioni che hanno fatto vacillare in lei il pensiero che a scuola valga sempre la meritocrazia.

“Quale sarebbe la vostra reazione se doveste per esempio assistere all’assegnazione di un “9 politico” da parte di una vostra insegnante nei confronti di alunni che hanno semplicemente “beccato la giornata fortunata”, mentre a voi nonostante il massimo impegno, non viene dato un voto superiore al 6?” Il tutto ha inciso profondamente – e negativamente – sulla sua motivazione, oltre che sulla sua salute psicologica. Provare costantemente la sensazione di non riuscire a dimostrare quale sia in realtà il proprio valore.

Il rimpianto di essere accostata a una valutazione che non la rappresenta

L’ultimo punto trattato dalla studentessa riguarda la votazione finale. La giovane si dice rammaricata del fatto di non aver ricevuto una valutazione che la rappresenti esattamente. Ma si dice anche fiduciosa di riuscire ad ottenere delle soddisfazioni nella vita che la attende fuori dalla scuola.

“Ho piena consapevolezza delle mie capacità e di quanto questo numero sia solamente una formalità. La ragazza che ragiona come le scimmie ritroverà quella persona che, anche se non in grado di esprimersi, ha sempre ambito al meglio riuscendo anche ad ottenerlo. Probabilmente si è solo trovata nel posto sbagliato per farlo capire”.

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Foto di Karolina Kaboompics via Pexels

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