Caro bollette, la polemica della docente belga - StudentVille

Caro bollette, la polemica della docente belga: "Ci hanno dato un bel plaid"

Cosa succede nelle scuole del Belgio per combattere il caro bollette? Ecco cosa racconta una docente!
Caro bollette, la polemica della docente belga:

Caro bollette: cosa succede in Belgio

Il caro bollette è un problema che interessa molti Paesi, non solo l’Italia. Tra questi anche il Belgio che si sta preparando all’aumento dei costi, soprattutto in ambito scolastico per quanto riguarda energia elettrica e gas. Una docente belga ha parlato della sua esperienza in una lettera aperta al Corriere della Sera: “Spegnere il riscaldamento un’ora prima della fine delle lezioni a scuola, o come suggerito da qualcuno tenendo conto della didattica, mi sembra, soprattutto pensando a certe calde regioni italiane, qualcosa di superfluo. Non accendiamo del tutto il riscaldamento“.

Caro bollette, la polemica della docente belga: "Ci hanno dato un bel plaid"

Caro bollette: la polemica della docente belga

La stessa professoressa sottolinea il fatto che non sembrano esserci grandi novità per l’anno scolastico in corso per quanto riguarda le misure da adottare in questo senso. “A noi insegnanti, di una scuola cattolica fiamminga – ha proseguito – hanno regalato un bel plaid da mettere sulle gambe durante le lezioni. Messaggio subliminale per avvertirci che si tirerà la cinghia in quanto a riscaldamento. D’altra parte negli ultimi due inverni in era Covid era già prassi tenere le finestre (e le porte) aperte durante le lezioni. Non si segnalano vittime tra i giovani nordici. Anche i coetanei italici potranno superare l’inverno“.

Caro bollette: cosa accade in Italia

Diversa la situazione in Italia. Basti pensare che in Veneto le scuole stanno pensando alla settimana corta per risparmiare sui consumi di gas ed energia elettrica. La proposta, come riposta il Corriere del Veneto, è stata data dal vicepresidente della Provincia di Verona con delega a Istruzione ed Edilizia scolastica David Di Michele. In realtà una ipotesi improbabile, visto che andrebbe riorganizzato tutto l’orario scolastico: “È molto tardi, l’organizzazione è già avviata e nel nostro caso le materie di studio hanno bisogno di tempi di apprendimento distesi – ha detto in merito alla questione Roberto Fattore preside del Liceo classico Maffei di Verona – l’orario prevede da 27 a 33 ore. I corsi con 33 ore dovrebbero comprimere moltissimo apprendimenti fondamentali e complicati. Non voglio sottrarmi alla provocazione dell’attualità, ma è una cosa che va affrontata con un tempo di preparazione più lungo“.

Potrebbe interessarti anche:

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti